Da domani in vigore il nuovo Dpcm, cosa cambia per il Fvg. La rabbia di Fedriga: “Noi penalizzati”

Novità e malumori in Fvg per il nuovo Dpcm.

Natale e Capodanno senza poter uscire dai confini comunali. Ma ristoranti aperti a pranzo il 25 dicembre e il 1° gennaio. Niente spostamenti tra regioni fra il 21 dicembre e il 6 gennaio, compresi quelli per raggiungere le seconde case. Lezioni in presenza per il 50% dei ragazzi nelle scuole superiori a partire dal 7 gennaio. Coprifuoco, nel primo giorno del 2021, fino alle 7 del mattino, anziché alle 5. E impianti di sci chiusi fino al 7 gennaio.

Sono le novità salienti del nuovo Dpcm varato dal governo, che entrerà in vigore da domani, 4 dicembre, e varrà fino al 15 gennaio. Ma le regole non piacciono a tutti. Alla Conferenza delle Regioni, anzitutto, con l’ira degli gli esecutivi locali: il documento, che comprende rigide restrizioni per gli spostamenti sui territori durante le festività, sarebbe stato approvato dal governo senza neppure parlarne con gli enti locali, “un metodo che contrasta con lo spirito di leale collaborazione, sempre perseguito nel corso dell’emergenza, considerato peraltro che la scelta poteva essere anticipata anche nel corso del confronto preventivo svolto solo 48 ore prima”.

Anche il governatore del Fvg, Massimiliano Fedriga, non ha nascosto il suo malumore. “Credo che l’impianto del Dpcm abbia diversi problemi. Non sono state accolte le osservazioni delle Regioni: ad esempio, ci sono disparità importanti di trattamento sul territorio nazionale”. Così il presidente, nel corso di una trasmissione radiofonica Rai. Il nodo è quello dello spostamento fra comuni: “Una persona che abita a Roma – ha spiegato Fedriga – può girare liberamente e di fatto avere servizi per milioni di persone, perché quella è la dimensione; tutta la mia regione è la metà del comune di Roma e uno non può spostarsi da un comune di 500 anime”. La richiesta avanzata da Fedriga e dai colleghi era quella di uno spostamento “su base almeno provinciale”, perché “non è possibile che cittadini dello stesso Paese nella stessa situazione abbiano diritti totalmente diversi”, ha concluso Fedriga, ribadendo che tutte le Regioni spingono per il mantenimento di un atteggiamento di responsabilità “perché la pandemia non è finita”.

Una presa di posizione poco gradita da Cristiano Shaurli, segretario regionale Fvg del Partito democratico. “Il presidente Fedriga dovrebbe occuparsi della situazione critica in cui versano le nostre strutture sanitarie, dovrebbe rispondere alle richieste dei cittadini, preoccuparsi delle segnalazioni quotidiane di difficoltà nei tamponi, essere interlocutore dei sindacati dei medici e degli infermieri. Non ci si ricorda di essere presidente solo per i continui lamenti contro il Governo: è quando la situazione diventa più dura che ci si assume le massime responsabilità e ci si mette a disposizione, e non solo con appelli ai cittadini che avremmo voluto sentire molto prima al posto di manifestazioni di piazza fuorvianti”.

Riguardo i dati odierni, il segretario dem osserva che “purtroppo anche oggi sono registrati 52 decessi nella nostra regione, ed è surreale venire a sapere che 18 decessi vengono solo oggi inseriti a sistema. Con oltre 700 positivi, con oltre l’1% della popolazione in isolamento, fra i dati peggiori d’Italia come percentuali di positivi sulla popolazione. Ben venga il richiamo a non abbassare la guardia ma ora basta chiacchiere, perché siamo a uno spartiacque che chiede risposte e scelte: le file delle ambulanze ne sono drammatico simbolo”.