Via le mascherine al chiuso, ma in Friuli si teme l’effetto Pasqua

Le mascherine potrebbero essere abolite dal primo maggio.

Le indossiamo da 2 anni. Sono di stoffa, chirurgiche o Ffp2. Le mascherine sono state un baluardo della lotta contro il coronavirus, ma dal primo maggio potrebbe non essere più obbligatorio portarle nei luoghi chiusi. Non è ancora certo ma il Sottosegretario alla Salute Andrea Costa ha dichiarato che in settimana verranno prese delle decisioni sulla questione. “Credo che la direzione sia quella che si passi a una raccomandazione sull’uso delle mascherine – precisa il Sottosegretario. Perché sono convinto che in questi due anni gli italiani abbiano preso una consapevolezza diversa, come è successo le mascherine all’aperto, dato che vedo cittadini che le indossano ancora”. 

Non tutto può essere lasciato alla responsabilità individuale. Anche perché se lo stato d’emergenza è finito con lui non è scomparso anche il Covid-19. Nella giornata di Pasquetta, il 18 aprile, su 976 tamponi molecolari sono stati rilevati 30 nuovi contagi, in Friuli Venezia Giulia, con una percentuale di positività del 3,07%. La percentuale è più consistente se si prendono in esame i test rapidi antigenici realizzati, 849 quelli effettuati su cui sono stati rilevati 141 nuovi casi (16,61%). Sono quattro le persone ricoverate in terapia intensiva e 155 i pazienti ospedalizzati in altri reparti. Dati bassi rispetto a qualche mese fa, ma deve ancora arrivare l’ondata dell’ “effetto Pasqua”.

Non tutto può essere abolito, quindi, dice Costa, ci sono situazioni e situazioni: “Una riflessione che invece si può fare è mantenere ancora l’uso della mascherina per i mezzi di trasporto. Questa è la posizione che sostengo io e mi auguro che si possa arrivare a questa sintesi”. Altri nodi da sciogliere riguardano l’obbligatorietà della mascherina nei posti di lavoro al chiuso e la questione scuola. “I bambini sono seduti al loro posto, penso che oggettivamente anche per loro si possa valutare di non metterle, ma questa è la mia posizione”, così conclude il Sottosegretario alla Salute. Per ora però ancora nulla di certo, si aspetta la sintesi tra gli esperti dell’Iss e quelli del Ministero della Salute.