Tamponi, focolai e tasso di mortalità: prima e seconda ondata in Fvg a confronto

I dati sull’andamento della pandemia.

“In Friuli Venezia Giulia, dall’inizio dell’epidemia, sono stati eseguiti 543mila tamponi che hanno permesso di individuare 11.264 casi di Covid-19 con un’età mediana delle persone colpite di 50 anni. Sono stati poi registrati 414 decessi di persone con un’età media di 85 anni, che fissano la letalità grezza della nostra regione al 3,5% dei casi, contro il 5,5 di quella nazionale. L’andamento dell’epidemia nella seconda ondata è però molto diverso da quello della prima a causa di una maggiore richiesta di ospedalizzazione e di cure intermedie, per garantire le quali è stato avviato un riassetto delle strutture di tutte le aziende del nostro sistema sanitario, con l’individuazione di strutture destinate principalmente ai malati Covid e altri solo ai pazienti affetti da altre patologie”.

Sono stati questi gli elementi dai quali il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, è partito per illustrare ai capigruppo in Consiglio regionale l’andamento della pandemia in Friuli Venezia Giulia e le misure messe in campo per contrastarla. Il punto è stato fatto nel corso di un incontro in videoconferenza al quale hanno partecipato anche il governatore Massimiliano Fedriga e il presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin.

Riccardi ha spiegato che “durante la prima ondata l’indice della richiesta di posti in terapia intensiva ha seguito una curva quasi verticale nonostante il numero dei malati fosse minore. Ora la situazione è molto diversa perché c’è una rilevante ospedalizzazione nei reparti di pazienti che necessitano di cure di media intensità, ma è cresciuto moltissimo anche il numero delle persone in isolamento”.

Commentando i dati della prima e della seconda ondata, l’esponente della Giunta ha quindi confermato che “rispetto ai 374 focolai d’infezione registrati nella settimana dal 19 al 25 ottobre, ben 283 (76%) hanno avuto origine all’interno del nucleo familiare, 31 (8%) al lavoro, 24 nell’ambito amicale (6%), 16 nelle case di riposo (4%), 11 nelle scuole (3%), 4 in ospedale (1%), 3 durante eventi sportivi o in palestra (1%)”.