Comparto unico, riaperto il tavolo sul rinnovo del contratto

L'assessore alle Autonomie locali Pierpaolo Roberti

Si riaprono i negoziati per il contratto del Comparto unico.

L’iter per il rinnovo del contratto del comparto unico torna in movimento dopo la battuta d’arresto degli scorsi giorni. L’assessore regionale alla Funzione pubblica, Pierpaolo Roberti, ha annunciato la volontà di rimettere in discussione la norma sul rinnovo contrattuale, ritirata in precedenza, per adeguarla e favorire un accordo con i sindacati.

“Ho sempre chiesto responsabilità nell’approccio a un tema delicato che riguarda lavoratori, redditi e famiglie, ma anche i vincoli di bilancio e i limiti di legge per le pubbliche amministrazioni – ha spiegato Roberti –. Tenendo conto delle posizioni dell’ANCI, che rappresenta il datore di lavoro per due terzi dei dipendenti del comparto, e della disponibilità della CGIL ad aprire la trattativa sulla parte giuridica, ho deciso di portare la norma in Aula in sede di assestamento di bilancio”.

L’assessore ha sottolineato inoltre l’importanza di mostrare rispetto verso “quei tanti lavoratori amareggiati per il mancato accordo, che avrebbe garantito benefici contrattuali ed economici rilevanti”, ringraziando anche una parte dell’opposizione per un atteggiamento costruttivo e responsabile.

Dal fronte sindacale, Orietta Olivo, segretaria regionale Funzione pubblica CGIL, ha accolto con favore il passo indietro di Roberti: “Saremo responsabilmente presenti al tavolo con le nostre proposte, già presentate per iscritto. L’impegno a riaprire una trattativa per un contratto completo, che includa la parte economica e quella giuridica, rappresenta una prima risposta importante per i lavoratori, soprattutto considerando che il contratto è scaduto da quasi un anno“.

In seguito all’apertura dell’assessore e all’impegno a discutere con i sindacati, CGIL ha annullato il presidio indetto per la discussione dell’assestamento di bilancio, preferendo continuare a lavorare per una soluzione condivisa. La ripresa delle trattative rappresenta quindi un tentativo di superare la frattura scaturita dal rifiuto da parte della CGIL delle precedenti condizioni contrattuali, che prevedevano un aumento salariale del 7,5% e un welfare del 2%, condizioni che Roberti aveva deciso di ritirare dopo il no del sindacato.