Morto Silvio Berlusconi, finisce un’era. Il suo legame con il Friuli

Morto Silvio Berlusconi, il legame col Friuli.

E’ morto a 86 anni Silvio Berlusconi. Stamani, lunedì, alle 9.30 il leader di Forza Italia se n’è andato dopo essere stato ricoverato all’ospedale San Raffaele di Milano. Nel bene e nel male, Berlusconi ha segnato la storia dell’Italia, sia come imprenditore, con la nascita e l’ascesa delle prime tv commerciali, sia soprattutto come politico: la sua discesa in campo spaccò l’opinione pubblica, una spaccatura che l’ha accompagnato lungo tutto il percorso e oltre, anche a causa dei processi che ha affrontato, tra chi lo ha idolatrato e chi lo ha odiato.

Ed è stata proprio la sua carriera politica, durante la quale è stato eletto per 4 volte Presidente del Consiglio, a portarlo in Friuli: l’ultima volta nel 2018, quando vi trascorse quattro giorni recandosi in visita anche a Porzus, dove polemizzò con il Movimento 5Stelle: “Siamo di fronte a un grave pericolo – disse allora -. L’altro giorno stavo dando una mano a delle persone e gli ho chiesto come si sentissero di fronte a questa formazione politica, che non si può certo definire democratica. Uno mi guarda negli occhi e mi dice ‘credo che ci sentiamo come gli ebrei al primo apparire della figura di Hitler'”. E si scatenò la polemica.

C’è un’altra storia che lega il Cavaliere al Friuli e riguarda la delicata vicenda di Eluana Englaro: Berlusconi, nel 2009, era infatti Capo del Governo quando tentò di opporsi ripetutamente alle richieste del padre della ragazza di staccare le macchine. Una questione che portò anche al raffreddamento dei rapporti con l’allora presidente del Fvg, Renzo Tondo, che era sì espressione dell’allora Pdl ma che si rifiutò di sospendere le procedure.

Rapporti che rimasero freddi: nel 2014, in occasione della presentazione dei primi club Forza Silvio della regione ad Aquileia (e a questo è pure legato l’aneddoto di quando il Cavaliere chiamò in Sardegna convinto di parlare con il Friuli), si collegò telefonicamente per dare la sua “benedizione”. Le cronache raccontano che a Tondo non arrivò nemmeno un “ciao”; al militante di Cervignano Vittorio Covella, amico di lunga data, addirittura un invito a cena.