Operai specializzati introvabili: il Friuli Venezia Giulia tra le aree più in difficoltà

Fvg tra le regioni più in difficoltà nel trovare operai specializzati.

Il Friuli Venezia Giulia è tra le regioni italiane dove è più difficile reperire operai specializzati. Secondo l’ultimo rapporto dell’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, nel 2024 il 55,3 per cento delle assunzioni programmate è risultato di difficile copertura, una percentuale che la pone al secondo posto in Italia per difficoltà di reperimento (peggio, solo il Trentino Alto Adige). Su oltre 28 mila ingressi previsti tra agosto e ottobre 2025, più della metà delle imprese ha segnalato gravi criticità nel trovare figure tecniche qualificate, in particolare nei settori dell’edilizia e della manifattura.

Le province friulane: Pordenone in testa alla classifica nazionale

Il quadro regionale mostra differenze, ma resta ovunque preoccupante. Pordenone è la provincia italiana più in difficoltà: qui la quota di assunzioni di difficile reperimento raggiunge il 56,8 per cento, un primato nazionale. Gorizia segue da vicino con il 56,1 per cento (quarta a livello nazionale), mentre Udine si attesta al 55,2 (settima). Trieste presenta percentuali leggermente inferiori, ma comunque elevate, pari al 53,2. Nel complesso, tutte e quattro le province friulane soffrono di una carenza strutturale di manodopera specializzata.

Il confronto con il resto d’Italia

Il caso friulano non è isolato, ma si inserisce in un fenomeno che riguarda soprattutto il Nordest. In Trentino-Alto Adige la difficoltà di reperimento arriva al 56,5 per cento, in Veneto supera il 51. La media italiana si attesta al 47,8, ben al di sotto dei livelli registrati nel Friuli Venezia Giulia. Al contrario, il Mezzogiorno appare meno colpito: in Campania la percentuale si ferma al 41, in Puglia al 41,9 e in Sicilia al 42. Province come Palermo, Salerno e Caserta figurano tra quelle con meno problemi nel reperire manodopera.

Le dinamiche nazionali e le cause strutturali

Il rapporto della Cgia di Mestre evidenzia come nel 2024, su 5,5 milioni di ingressi complessivi nel mercato del lavoro, circa 840 mila abbiano riguardato operai specializzati. In quasi due casi su tre le imprese hanno denunciato difficoltà a reperirli e, quando la ricerca è andata a buon fine, i tempi medi di selezione si sono allungati fino a cinque mesi. In quattro situazioni su dieci, inoltre, i colloqui non si sono neppure svolti perché i candidati non si sono presentati.

Le cause sono molteplici: dalla denatalità e dall’invecchiamento della popolazione, che riducono la disponibilità complessiva di forza lavoro, al persistente scollamento tra competenze scolastiche e richieste del sistema produttivo. Si aggiunge anche un cambiamento culturale delle nuove generazioni, sempre più orientate verso lavori che garantiscano flessibilità e tempo libero, e meno inclini ad accettare mansioni gravose o con orari prolungati.