Bollette dell’energia alle stelle, le imprese del Fvg in ginocchio. “Il 10% delle aziende è a rischio”

L’allarme per le bollette dell’energia per le imprese in Fvg.

Costi che lievitano e un futuro che, per più di qualcuno, assume anche tinte fosche. I forti rincari legati all’energia elettrica – oltre che a gas e materie prime – stanno avendo ripercussioni negative a catena tanto sui consumatori, quanto sull’economia.

“Produzione a rischio rallentamenti”.

E così, in Friuli Venezia Giulia, va a finire che a pagare dazio, in termini di difficoltà, siano molto spesso le piccole e medio imprese. La conferma delle criticità dovute agli aumenti arriva dalla viva voce degli imprenditori. “I rincari si vedono già dal 2021, ora stanno assumendo proporzioni pazzesche” allarga le braccia Stefania Vesca, titolare assieme al fratello Giuseppe della Serrametal, azienda di Mortegliano nata ufficialmente nel 1971 e specializzata in produzione e installazione di serramenti metallici. “Noi abbiamo un impianto fotovoltaico per calmierare i costi, ma con bollette cresciute del 100% è dura – ammette -. Già per le Pmi è una lotta continua, con il Covid le cose sono peggiorate”. Può cambiare qualcosa per il ciclo produttivo? “Abbiamo una quindicina di dipendenti e per prima cosa dobbiamo pensare a loro – analizza Vesca -, ma è chiaro che, con commesse già acquisite, possiamo fare poco. Però, potremmo essere costretti a rallentare la produzione. E questo, con i committenti che premono per le forniture, aggiungerà ulteriore stress”.

“Il margine viene eroso dai rincari”.

Luca Marchesani è uno dei due soci della carrozzeria Daytona di Pozzuolo, fondata nel 2004. Una realtà piccola a livello di maestranze – dà lavoro a un dipendente, più un prestatore d’opera -, ma altamente specializzata poiché, per esempio, tra gli altri servizi si occupa di verniciature particolari in carbonio per le Case madre automobilistiche. “È una cosa ingestibile – sbotta Luca -, i costi sono cominciati a salire a ottobre e ora sono lievitati fuori controllo. Per il gas sono passato da 800 a 2.060 euro, per la corrente da 700 a 1.800. Non so che fare e come reagire, di certo non posso riversare i costi sul consumatore”.

A poco servono gli sgravi promessi e anche la Daytona non può fermarsi, né rallentare. “Siamo un’attività costosa, con un margine corretto per la qualità che offriamo, ma ora non sappiamo più se riusciremo a starci dentro. Speriamo – conclude – che con la bella stagione il costo dell’energia cali per tornare a respirare”.

L’allarme di Confartigianato.

La situazione preoccupa anche le associazioni di categoria. “Tanti temono di non farcela – ammette sconsolato Graziano Tilatti, presidente di Confartigianato Fvg -. Chi ha una situazione di tranquillità economica può resistere, ma chi ha impegni finanziari e fiscali non sa come uscirne. C’è il rischio che il 10% delle aziende, soprattutto quelle micro, chiuda. Qualcuno può “morire di fisco” o perché le banche chiudono i rubinetti”.