Il nuovo rapporto del Coordinamento Regionale UPPI Friuli Venezia Giulia, elaborato sui dati 2024 del Ministero dell’Interno, fotografa una situazione in chiaroscuro per la nostra regione sul tema degli sfratti. Se da un lato calano le morosità e diminuiscono le esecuzioni forzate, dall’altro aumentano sensibilmente gli sfratti per “finita locazione”, con molti proprietari che decidono di non rinnovare il contratto per riconvertire gli immobili.
Gli sfratti per morosità in Italia e in Friuli Venezia Giulia.
A livello nazionale, più di sette sfratti su dieci sono dovuti a morosità: un indicatore diretto del disagio economico di famiglie e lavoratori con redditi insufficienti a sostenere i canoni di mercato. Dopo il calo dovuto alla pandemia, le esecuzioni forzate sono tornate a crescere, e oltre la metà dei casi richiede ancora l’intervento dell’Ufficiale giudiziario.
Il Friuli Venezia Giulia mostra numeri complessivamente più contenuti rispetto al resto del Paese, con una morosità inferiore alla media nazionale. Tuttavia, la regione non è esente da criticità: quasi una procedura su due (45,7%) richiede comunque un intervento coattivo per la restituzione dell’immobile, un dato che resta indice di fragilità sociale.
Trieste: boom degli sfratti per fine locazione
È Trieste la provincia più problematica: nel 2024 le convalide di sfratto sono salite a 254 (+3,3% rispetto al 2023), con un incremento del 59% degli sfratti per fine contratto. In città, oltre due locazioni su cento giunte a scadenza finiscono in Tribunale, un record negativo a livello nazionale.
Secondo Manuela Marinelli, presidente di UPPI Trieste, “la trasformazione massiccia degli alloggi in locazioni turistiche ha ridotto drasticamente l’offerta abitativa tradizionale, creando difficoltà crescenti per famiglie e studenti”. Il segretario UPPI Roberto Siberna aggiunge che “la diminuzione delle morosità non riflette un miglioramento economico, ma piuttosto il calo delle locazioni residenziali a favore di quelle brevi, che per natura non generano morosità”.
Udine provincia più virtuosa.
All’opposto, Udine si distingue come la provincia più virtuosa. Con 225 sfratti nel 2024 (-3,4% rispetto al 2023), registra il tasso più basso di esecuzioni forzate (38,7%) e un alto livello di risoluzione consensuale. “Merito anche – spiega l’avvocato Paolo Tommasino, presidente UPPI Udine – della diffusione dei contratti a canone concordato, che hanno contribuito a calmierare i canoni e stabilizzare i rapporti”.
Pordenone e Gorizia: il mercato degli affitti è in cambiamento.
A Pordenone, cala la morosità (-14%), ma aumentano le finite locazioni (+33%), segno di un mercato in riequilibrio e di proprietari più inclini a riconvertire gli immobili. L’avvocato Ladislao Kowalski, presidente UPPI provinciale, conferma: “Gli sfratti si gestiscono senza conflittualità estrema, ma cresce il rischio che l’inquilino non lasci l’immobile a fine contratto”.
A Gorizia, invece, l’aumento complessivo degli sfratti (+58%) riflette probabilmente la ripresa del mercato in vista di GO!2025, Capitale Europea della Cultura. “Molti proprietari stanno ristrutturando e trasformando gli immobili in affittacamere o locazioni brevi”, spiega l’avvocato Franco Antonutti, “ma anche qui il fenomeno delle morosità tollerate senza azione legale è più diffuso di quanto dicano le statistiche”.
Un rischio crescente: la fine del contratto
Il rapporto evidenzia che, in FVG, 1 contratto su 67 giunto a scadenza sfocia in una procedura giudiziaria per mancata riconsegna dell’immobile, contro 1 su 81 a livello nazionale. A Trieste il dato sale a 1 su 39, confermandola come “epicentro del rischio contenzioso di fine locazione”.
I numeri incompleti
Molti proprietari rinunciano a intraprendere azioni legali per timore dei costi e dei tempi della giustizia, lasciando irrisolte numerose situazioni di morosità e mancata restituzione. Secondo le stime UPPI, i casi “sommersi” potrebbero essere pari a quelli ufficialmente registrati, raddoppiando di fatto l’impatto reale della crisi abitativa.




