Verso lo stop allo sci a Natale, levata di scudi in Fvg: “Un danno irreparabile per la montagna e l’economia”

Le proteste in Fvg per il possibile stop allo sci.

Un Natale senza sci anche in Fvg. È l’ipotesi prospettata dal governo Conte, secondo un protocollo europeo che prevederebbe il “semaforo rosso” alle vacanze sulla neve. E mentre in regione, in tutti i poli sciistici, è già partito l’innevamento artificiale, ecco che lo stop agli impianti e, di conseguenza, alle sciate in montagna, avrebbe un effetto disastroso per l’intera economia regionale.

“Scelte come queste sono inaccettabili – tuona Stefano Mazzolini, vicepresidente del consiglio regionale -. Ancora una volta, Conte e il suo governo dimostrano di non conoscere le esigenze non soltanto del nostro territorio, ma anche dell’intero arco alpino”. Un periodo natalizio senza sci avrebbe effetti deleteri, secondo Mazzolini, a 360 gradi: “Si stima che in Fvg arrivi mezzo milione di sciatori, creando un indotto significativo. Rimarrebbero a casa migliaia di persone: non soltanto – sottolinea – i dipendenti di Promoturismo Fvg, ma anche i maestri di sci, così come i collaboratori di bar e ristoranti, già abbastanza penalizzati”. Lo sci, quindi, è uno sport sicuro? “Proponiamo accessi contingentati, introducendo nel weekend un tetto massimo di skipass da vendere, pari al 50%. Un’altra idea è quella di dotare ogni persona che soggiorna in uno dei nostri alberghi di un biglietto per l’accesso alle piste. La tutela della salute umana – aggiunge Mazzolini – non passa certo in secondo piano, ma bisogna aprire gli impianti. Tenere chiuso è una follia”. Il vicepresidente del Consiglio regionale ricorda che in Austria e Slovenia dal 19 dicembre partirà la stagione invernale: “Non possiamo restare a guardare, ne va del futuro della nostra terra” conclude.

Ieri, intanto, la Conferenza delle Regioni ha approvato le linee guida per l’utilizzo in sicurezza degli impianti sciistici. Il protocollo dice che le seggiovie potranno essere utilizzate al 100% della portata massima, valore che scende al 50% per cabinovie e funivie. Su tutti gli impianti dovrà essere utilizzata la mascherina chirurgica. Verrà fissato anche un tetto massimo di skipass vendibili in una singola giornata. “Siamo determinati ad aprire gli impianti in sicurezza e restiamo ottimisti, anche se con la necessaria prudenza” spiega Lucio Gomiero, direttore generale di Promoturismo Fvg, che gestisce i 6 poli sciistici in regione.

E se, nelle località Fvg, già si “spara” la neve artificiale – in ogni polo sono state selezionate alcune piste, da quelle per principianti e famiglie, sino ai tracciati agonistici – si attende ora l’evoluzione della pandemia per capire il destino della stagione invernale. Molto dipenderà, inoltre, anche dal “colore” della nostra regione, oltre che di quelle contermini, per una questione di mobilità. Promoturismo Fvg si prepara e continua a dialogare con gli altri gestori delle stazioni sciistiche per viaggiare tutti allineati, come accaduto anche per la chiusura degli impianti lo scorso 9 marzo, all’inizio della prima ondata di pandemia.

Il lavoro per predisporre la stagione invernale, per la società gestrice, è cominciato a luglio. Negli scorsi mesi si è cominciato a intervenire sui bacini per potenziare l’innevamento artificiale, ma è stato sperimentato anche il nuovo sistema di lettura degli skipass. Sono entrati in funzione, infatti, i nuovi tornelli per le vendite online. Non solo discese sulle piste, però, nel prossimo inverno: dopo un’estate molto positiva per la montagna, Promoturismo Fvg vorrebbe puntare anche su ciaspolate, camminate ed escursioni. Ma tutto dipenderà dall’andamento dell’emergenza sanitaria e, soprattutto, dalle scelte del governo.