Gli alberghi? Aperti fino all’8 gennaio, in Fvg stagione invernale a rischio

L’allarme degli alberghi del Fvg

Inflazione, impennata dei prezzi di gas, elettricità e beni alimentari: fattori che stanno mettendo in crisi gli alberghi del Fvg che per ora programmano l’apertura fino all’8 gennaio.

Se non ci sarà un cambio di rotta, quindi, la stagione turistica invernale potrebbe concludersi molti mesi prima rispetto al solito, almeno per quanto riguarda le strutture ricettive. “Si resiste per le festività – spiega la presidente dei Federalberghi Fvg, Paola Schneider -, ma se i prezzi non saranno calmierati sarà difficile proseguire, nonostante tra le persone ci sia la voglia di evasione e vacanza”. Secondo l’associazione di categoria, si farà tutto il possibile per tenere i battenti aperti fino all’8 gennaio offrire al mercato l’accoglienza e i servizi che un numero significativo di persone ha dimostrato di richiedere, come è accaduto per il ponte di Ognissanti. Poi, però, nulla è certo, causa costi esorbitanti di luce, gas e materie alimentari. 

“Il ponte di Ognissanti è stato positivo in generale per tutti gli esercizi aperti: si è lavorato al mare come in montagna e nelle città d’arte – continua la presidente -. Le persone hanno dimostrato, complice il bel tempo, di avere voglia di muoversi e di distrarsi un po’. L’andamento, insomma, sarebbe favorevole se non dovessimo fare i conti con bollette stratosferiche e aumenti dei prodotti alimentari che alle volte sono persino difficilmente comprensibili”.  

In un contesto del genere per gli albergatori fare previsioni a lungo gittata appare in questo momento pressoché impossibile. “L’obiettivo ora è quello di affrontare la prima parte dell’inverno arrivando fino all’8 gennaio con le porte aperte – dice Schneider -. In questo periodo ognuno metterà in atto le strategie commerciali che riterrà più opportune. Se la situazione non dovesse mutare e se i prezzi non saranno calmierati, saremo costretti a fare attente valutazioni riguardo alla possibilità di mantenere aperto o chiudere. Un vero peccato, perché la voglia di turismo c’è, così come quella di vacanze magari più brevi ma ripetute lungo diversi periodi dell’anno”.