Cambia la legge per l’elezione dei sindaci: basta il 40% per evitare il ballottaggio

La nuova legge per l’elezione dei sindaci.

Che il ballottaggio fosse al centro di una discussione, era chiaro subito dopo il risultato delle urne a Udine: ora, se l’iter andrà in porto, si restringono le possibilità di un secondo turno alle comunali perché la nuova legge per l’elezione dei sindaci del Friuli Venezia Giulia ha abbassato la soglia necessaria per passare al primo turno.

“Oggi la Giunta ha dato via libera all’iter per l’approvazione del disegno di legge che modifica le attuali norme sulle elezioni comunali in Friuli Venezia Giulia – ha infatti spiegato l’assessore alle Autonomie Pierpaolo Roberti -. Da un lato il ddl contiene alcuni provvedimenti di carattere tecnico e dell’altro di natura politica”.

Le novità più rilevanti riguardano l’abbassamento della soglia prevista per l’elezione del sindaco al primo turno nei comuni sopra i 15mila abitanti, che passerà dall’attuale 50 per cento dei voti al 40 per cento, e l’innalzamento da due a tre del limite al numero di mandati per i sindaci nei comuni da 1.001 a 15.000 abitanti.

Il provvedimento punta a introdurre alcuni correttivi alla disciplina elettorale applicabile alle elezioni comunali e alcune necessarie norme di manutenzione. “Se l’iter del provvedimento dovesse concludersi – così Roberti -, la norma entrerà in vigore già nella prossima tornata elettorale comunale, prevista per il secondo fine settimana di giugno, in concomitanza con le elezioni europee. Si tratta di una misura importante perché va a correggere alcune evidenti storture emerse, al fine di garantire al meglio la rappresentativa dei cittadini e l’interpretazione della loro volontà espressa tramite il voto”.

Le modifiche non sono state accolte positivamente dall’opposizione: “Il Centrodestra modifica le regole a seconda della convenienza del momento – dice il capogruppo del Pd in Consiglio regionale, Diego Moretti -. Di tentativi di mettere le mani nelle norme elettorali dopo una sconfitta se ne ricordano diversi – fa persente Moretti -, a partire dalla polemica montata contro Illy dopo le elezioni regionali del 2003. Adesso siamo alla modifica post-vittoria del centrosinistra a Udine”.

“Il via libera della Giunta Fedriga al disegno di legge elettorale per i nostri Comuni non ci piace, sia perché le regole del gioco dovrebbero scriverle con un lavoro condiviso tutte le forze politiche e non essere il frutto del solo potere esecutivo – ha detto la consigliera Rosaria Capozzi (M5S)- sia perché non permette ai cittadini di scegliersi da chi farsi governare, decretando, che la minoranza diventi maggioranza. Sarebbe auspicabile che i proponenti ammettessero che il caso Udine scotta ancora e che, prima di perdere ulteriori Comuni importanti, vogliano correre al riparo”.