La peronospora attacca le vigne bio: in fumo il 30% della produzione in Friuli

La peronospora attacca i vigneti bio del Friuli.

E’ emergenza peronospora per i vigneti del Friuli: a lanciare l’allarme è Confagricoltura Fvg che chiede interventi immediati per contrastare la fitopatia che sta mettendo in crisi le produzioni di questa difficile stagione. Le piogge intense e prolungate del periodo di maggio e giugno, infatti, hanno favorito la diffusione dell’infezione fungina che colpisce foglie e grappoli.

“Una specifica attenzione va prestata alle produzioni biologiche prevedendo un’opportuna deroga ai limiti posti all’uso del rame in determinate annate come questa – spiega Moira Pizzaia dell’azienda “La Fornase” di Pasiano di Pordenone –. Coltiviamo a vigna bio (dal 2011) 70 ettari e, a ora, stimiamo un danno del 25-30%. Il rame è il principale e più efficace prodotto consentito in biologico e, fin che la ricerca non troverà altre soluzioni, questo può diventare un grosso limite”.

Altre comunicazioni arrivano dal pordenonese e dal Medio Friuli con aziende bio che dichiarano un danno superiore al 65% (soprattutto sulle varietà più sensibili). In linea di massima, in molte aree regionali, i quantitativi di rame consentiti sono già stati superati a metà del mese di luglio. Ascoltate le numerose segnalazioni provenienti dalle aziende associate, Confagricoltura Fvg ha deciso di rendersi parte attiva, in questi giorni, nei confronti della Regione per chiedere una deroga all’utilizzo del rame: un tema che coinvolge oltre 1.600 ettari di vigne biologiche, equivalenti al 6,5% del vigneto regionale.

I ristori economici per i danni da peronospora.

Servirà anche, dicono in Confagricoltura, l’attivazione di un Tavolo tecnico, che definisca le azioni di ristoro. La strada da percorrere, secondo l’associazione di categoria, è quella di un intervento legislativo con copertura finanziaria, che includa pure una specifica deroga all’esclusione dalle agevolazioni delle categorie di danni (alle produzioni e alle strutture) previste dal sistema dell’assicurazione agevolata, anche laddove le fitopatie non siano previste tra le cause. In questo modo si permetterebbe sia alle aziende colpite di accedere agli interventi compensativi e sia di incrementare i fondi destinati alle compensazioni.

La peronospora ha trascinato il comparto del vino italiano in una vera e propria emergenza che non ha bisogno soltanto di interventi immediati. Altrettanto fondamentale è tutelare qualità e quantità delle produzioni future. Ecco perché il monitoraggio e la prevenzione con adeguati trattamenti da un lato e le nuove tecniche di genomica assistita (Tea) dall’altro sono gli strumenti che, secondo Confagricoltura, devono essere alla base di strategie di medio-lungo periodo.