In Friuli sempre più comuni senza banche, 60mila cittadini non hanno uno sportello dove abitano

Il 5% della popolazione friulana non ha uno sportello di banca dove vive.

In Friuli Venezia Giulia, circa 60mila cittadini non hanno uno sportello di banca dove abitano: secondo i dati della Uil e della Uilca, la cui campagna contro la desertificazione bancaria (“Chiusura sportelli? No grazie”) ha fatto tappa in regione, in quattro anni gli sportelli sono calati del 15,1% lasciando 57.413 persone prive di questo servizio.

La campagna, attiva dall’inizio dell’anno, mira al coinvolgimento e alla sensibilizzazione delle comunità e delle istituzioni locali e politiche sul fenomeno del taglio degli sportelli bancari grazie anche a un sondaggio, sottoposto ai cittadini, volto a misurare l’impatto che la desertificazione bancaria ha sul tessuto sociale ed economico del territorio.

Secondo i dati elaborati dal Centro Studi Uilca Orietta Guerra dal 2018 al 20221 in Friuli-Venezia Giulia il numero di comuni serviti da banche è diminuito del 7,3%, passando da 165 a 153 (-12) su 322 Comuni in Fvg.

Nello stesso periodo sono state chiuse 104 filiali (-15,1%), passando da 689 a 585. Percentuali preoccupanti anche per l’occupazione, che registra una perdita di 915 posti di lavoro per un calo del 16,9%, passando da 5.423 nel 2018 a 4.508 nel 2022. Nella regione, al 2022, sono 57.413 le persone che non hanno accesso allo sportello bancario pari al 5% degli abitanti.

“La desertificazione bancaria oltre alla perdita di posti di lavoro, pone grossi problemi ai territori. Le filiali rappresentano non solo un volano di sviluppo per l’economia locale, ma rivestono anche un ruolo sociale di presidio e sostegno per le comunità, di freno allo spopolamento che colpisce in particolare le aree montane del Friuli-Venezia Giulia – ha commentato il segretario generale Uil FVG Matteo Zorn -. In questo contesto è urgente che istituzioni, politica locale e nazionale prendano consapevolezza del problema e che si aprano confronti con le banche per trovare soluzioni ad hoc per tutelare le nostre comunità del Friuli-Venezia Giulia”.

“La desertificazione bancaria è una grave perdita soprattutto per le aree interne e montane di un territorio – è intervenuto il presidente del Fvg, Massimiliano Fedriga -. Non si tratta solamente di servizi che oggi possono essere erogati attraverso le nuove tecnologie, che però non sono
ancora alla portata di tutti i cittadini
come, per esempio, a una parte della popolazione anziana. Si tratta invece di un impoverimento per le piccole comunità che da sempre trovano nella
banca un punto di riferimento essenziale”.

“Il compito delle istituzioni – ha sottolineato il governatore – deve essere invece quello di creare quelle opportunità in grado di mettere le persone nelle condizioni di rimanere in quelle aree dove oggi è più forte lo spopolamento. In Fvg stiamo mettendo in campo investimenti importanti proprio per contrastare questi fenomeni e per generare nuove occasioni occupazionali e di sviluppo economico. Rivolgiamo un appello agli istituti, soprattutto quelli del territorio, affinché – nei limiti della propria sostenibilità economica – possano mantenere questi presidi che sono vitali per le nostre comunità“.

Anche la First Cisl ha pubblicato pochi mesi fa un rapporto sul tema della desertificazione bancaria: secondo lo studio, a giugno 2023 in Fvg sono 63mila i cittadini residenti in Comuni senza banche (10mila in più in un anno) e 141mila quelli che hanno un solo sportello sul loro territorio. Dal punto di vista del mondo economico, invece, la mancanza del servizio riguarda 3600 imprese e altre 8800 sono insediate in Comuni con un solo sportello.

Sempre secondo il rapporto della Cisl, il 20% dei Comuni del Fvg è senza sportello dal 2015 e un altro 10% si è aggiunto in questi anni. La provincia di Udine è la più colpita, sia per quanto riguarda la desertificazione parziale (un solo sportello, 97esima in Italia su 107 capoluoghi) sia per quanto riguarda quella totale (59esima).