Il Gelso d’oro del Feff made in Friuli: ecco come è nato

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Massimo Agostini di Idea Prototipi racconta come è nato il Gelso d’oro del Far East Film Festival.

“La via della seta, che da secoli unisce il Friuli Venezia Giulia all’Oriente, è stata la guida nella ricerca di un elemento che potesse unire ancora oggi questi due mondi e diventare la rappresentazione dei premi che il Far East Film Festival, giunto alla sua 27ª edizione, consegna anche quest’anno. È stato scelto così il gelso, riprodotto poi secondo un esemplare particolarmente rappresentativo: ricco di rami rivolti verso l’alto a formare una mano aperta“. 

Massimo Agostini, fondatore e amministratore delegato di Idea Prototipi, l’azienda di Basiliano specializzata nella creazione di cobot, cioè robot collaborativi, racconta così la genesi di un premio che ha fatto parecchia strada, come il Festival che lo ha ideato e che “invade” pacificamente Udine con le sue innumerevoli iniziative che accompagnano la proiezione dei film al Teatro Nuovo Giovanni da Udine fino al 2 maggio. 

La collaborazione tra Idea Prototipi e il Far East Film Festival – quest’anno 77 pellicole provenienti da 12 Pasi con 16 anteprime internazionali e per 49 titoli in concorso – è nata 14 anni fa e “mi sono impegnato personalmente nell’ideazione del concept per la rappresentazione concreta del premio che mi avevano chiesto di realizzare. Volevo unire Oriente e Occidente e il gelso, albero tipico dei campi friulani e le cui foglie sono il nutrimento primo per i bachi che producono la seta cara all’Oriente, è diventato ‘il ponte’ naturale che andavo cercando“. 

Il gelso che arriva da Sedegliano.

Agostini non si è però fermato a un gelso qualsiasi. “Ho vagato per la pianura friulana, finché a Sedegliano ho trovato quel gelso che valeva la pena di essere riprodotto: i suoi rami formavano una mano aperta, simbolo perfetto per significare l’accoglienza di cui Udine e il Friuli danno prova durante il Festival”. Agostini volevainoltre racchiudere in questo simbolo anche l’idea di universalità che pervade la manifestazione internazionale che consegna il premio. Da qui, racconta, “la teca in cui è ospitato il gelso, che con le sue pareti d’acciaio a specchio, rimanda per cinque volte, tanti sono i continenti, la sua immagine”. A quel punto, conclude, “ho considerato completa la rappresentazione concreta del premio del Feff”. 

Nato come “Gelso d’oro”, negli anni ha aggiunto ulteriori colorazioni alla prima, a identificare diverse sezioni da premiare.  Il Gelso è, così, anche d’argento, di cristallo, nero, grigio, bianco e fucsia.