Personale sanitario in fuga, la carenza di medici e infermieri preoccupa il Friuli

In Friuli è emergenza personale sanitario in fuga.

Turni massacranti, ferie interrotte senza preavviso, vita privata quasi inesistente, stipendi, per così dire, migliorabili: tutto ciò in Friuli si è tradotto sempre più in una vera e propria fuga di infermieri e personale medico dal pubblico verso il privato. Nelle strutture sanitarie della Regione mancano 500 infermieri. Una situazione che ha messo in allarme anche il governatore Massimiliano Fedriga.

“Uno dei principali problemi che il prossimo governo sarà chiamato a risolvere, condividendo i processi decisionali con le Regioni, è quello della carenza di professionisti in ambito sanitario. Una criticità che in prospettiva rischia di ripercuotersi negativamente sull’avvio delle attività delle nuove strutture previste dal Piano nazionale di ripresa e resilienza”. Fedriga lo ha detto nel corso del 24esimo Convegno nazionale della Società di anestesia e rianimazione neonatale e pediatrica italiana.

“Abbiamo l’obbligo – ha spiegato il governatore – di essere realisti e capire che le mutazioni in atto nella società, come ad esempio l’aumento costante del numero di persone anziane, impongono di rivedere l’organizzazione e la struttura del sistema sanitario. L’intento è quello di creare dei percorsi riservati alle cronicità, per alleggerire il peso sulle strutture ospedaliere che oggi vengono messe sotto pressione a causa di una domanda di salute che dovrebbe trovare delle risposte alternative al ricovero”.

Infine Fedriga ha rimarcato l’esigenza che la politica, soprattutto su un tema sensibile come quello della sanità, sappia guardare con coraggio oltre agli appuntamenti elettorali progettando scelte le cui complessità impongono programmi improntati da realizzarsi nel lungo periodo.

Percorso di formazione.

Nel frattempo sulla sfida legata alla sicurezza sanitaria sta lavorando, insieme ad altri quattro Paesi europei, anche il Dipartimento di Area Medica dell’Università di Udine. Una proposta concreta è un percorso formativo aperto, di massa e online (MOOC), progettato nell’arco di due anni attraverso una cordata europea, che aprirà i battenti da ottobre. Il primo, a livello internazionale, studiato ad hoc per implementare le competenze dei Coordinatori infermieristici, responsabili dell’assistenza nell’ambito di unità operative o dipartimenti ospedalieri e territoriali e quindi figure cruciali nel processo di cura.

“Il percorso on line si articolerà in dodici lezioni che resteranno disponibili agli utenti per tre anni su una piattaforma dedicata–anticipa Jessica Longhini, assegnista di ricerca presso il DAME ricordando che disabilità permanente e aumento dei tempi della degenza ospedaliera sono soltanto alcune conseguenze di una non adeguata assistenza della persona –. I corsisti avranno a disposizione anche un pacchetto di strumenti per migliorare l’organizzazione, l’ambiente di lavoro infermieristico e la sicurezza del paziente nelle strutture ospedaliere e in tutte quelle del territorio con degenza”.