Al pronto soccorso di Udine lunghe attese per i pazienti e medici sotto pressione, la protesta

Manifestazione davanti al pronto soccorso di Udine

Lunghe attese per i pazienti, turni massacranti per i medici: il pronto soccorso di Udine è sotto pressione da tempo e l’associazione Diritti del Malato, assieme ai comitati per gli ospedali di Cividale e di Gemona e ad alcune sigle sindacali, hanno manifestato stamattina per chiedere un cambio di passo nella politica sanitaria regionale.

“Il  perdurare della chiusura dei pronto soccorso negli Ospedali di Cividale e Gemona comporta un intollerabile sovraffollamento in quello di Udine dove il personale sanitario è costretto a lavorare con turni massacranti – commenta l’associazione -. Da una parte i pazienti, anche fragili o non autosufficienti, che devono attendere molte ore in pronto soccorso per ricevere assistenza e un posto letto di degenza e dall’altra i professionisti in servizio: medici, infermieri, operatori socio sanitari costretti a lavorare continuamente sotto pressione”.

“E’ urgente – continua la presidente del sodalizio, l’avvocata Anna Agrizzi -, riattivare i pronto soccorso   negli ospedali territoriali per evitare che le persone delle Valli del Natisone e del Gemonese si rivolgano, per ogni necessità, all’Ospedale di Udine sottoponendo il personale del Pronto Soccorso a dover operare in un continuo stato di stress”.

“Rinnovo la solidarietà dei comitati con il personale del pronto soccorso di Udine – aggiunge Franco Chiarandini, presidente del Comitato “Io voglio l’ospedale di Cividale -. Si è aperta da tempo la battaglia che noi comitati svolgiamo per cambiare la qualità della vita delle persone e dei nostri concittadini ed essendo i loro portavoce veniamo sollecitati continuamente per fare in modo di riavere al più presto i servizi soppressi anche perché la situazione sta diventando drammatica e a volte incontenibile. Lanciamo un segnale alla politica locale e regionale, non vogliamo continuamente essere presi in giro e invece raccogliamo solo promesse mai mantenute su tempi di attesa, medici di famiglia e per la riapertura di pronto soccorso e medicina per acuti a Cividale e Gemona, grazie alla quale si assisterebbe ad una graduale flessione dei tempi di attesa in quello di Udine”.

Alla manifestazione, hanno partecipato anche esponenti del Pd: “La sanità targata Riccardi e Fedriga è un fallimento che pesa sui cittadini e sugli stessi operatori. Il pronto soccorso di Udine è un simbolo di criticità per i cittadini e di fatica per chi ci lavora, ma potremmo essere a Tolmezzo, San Daniele o davanti a qualsiasi altro pronto soccorso. Bisogna fare molta attenzione – hanno detto il segretario provinciale Roberto Pascolat e la consigliera regionale Mariagrazia Santoro -: se salta il pronto soccorso, salta la sanità; non esistono pronto soccorso privati. Fedriga e Riccardi continuano a ignorare i problemi tentando di nasconderli sotto una pioggia di milioni per strutture edilizie e non per i servizi”.

Dal canto suo, la consigliera regionale dei Cittadini, Simona Liguori auspica dalla Regione un cambio di passo urgente “nella riorganizzazione dei percorsi intraospedalieri e con il territorio dove medici di famiglia e medici di guardia medica sono in sofferenza”.