A 50 anni dalla morte di Ungaretti e quel suo rapporto speciale con il Friuli

A Udine la stampa della sua prima raccolta.

Cinquant’anni fa, il primo giugno 1970 moriva Giuseppe Ungaretti, poeta esponente dell’ermetismo, che ha avuto un rapporto speciale con il Friuli a iniziare dalla Grande Guerra.

Ungaretti comporrà proprio vicino al nostro Isonzo – “come un acrobata sull’acqua” -, la celeberrima poesia “I fiumi”, pubblicata nel 1931 nella raccolta “Allegria”, ma composta nell’agosto 1916. Qui racconta i fiumi che hanno solcato la sua vita, a partire dal fiume che erode il Carso, come ricordo del periodo della Prima Guerra Mondiale in cui è stato un soldato in prima linea sul San Michele e a Sagrado, nonché nei paesi limitrofi.

“Questo è l’Isonzo
E qui meglio
Mi sono riconosciuto
Una docile fibra
Dell’universo”.

Proprio quell’estate, il poeta consegnò ad un amico tenente le poesie scritte nei mesi della guerra. Il tenente Ettore Serra – poeta a sua volta – propose all’amico di pubblicarli a proprie spese nello Stabilimento Tipografico Friulano di Udine (la futura Tipografia Doretti).

Ecco che, durante l’inverno, la prima raccolta dei versi di Ungaretti vede la luce in sole ottanta copie, con il titolo “Il porto sepolto”. Raccoglie le 32 poesie scritte dal primo giorno in trincea, il giorno di Natale 1915, tutte legate alle trincee del Carso, ai luoghi del Friuli in cui Ungaretti ha vissuto, spesso indicati al di sopra dei testi.

Tra questi, Santa Maria la Longa, Mariano, Versa, Devetachi, Monte San Michele, San Martino del Carso. Solo una delle copie de “Il porto sepolto” è rimasta in regione, custodita nella Biblioteca civica di Udine.