Il richiamo con Astrazeneca spaventa i friulani, rinunce doppie rispetto al Pfizer

Il richiamo del vaccino Covid in Fvg.

Se, da un lato, il Friuli Venezia Giulia è una delle regioni in Italia dove la variante indiana sta circolando con percentuali allarmanti, dall’altro, il richiamo vaccinale con Astrazeneca spaventa i corregionali.

Le persone che dal 12 al 21 giugno non hanno compiuto il richiamo con la seconda dose di vaccino a base mRna (Pfizer o Moderna), infatti, sono il 2,8 per cento. Qui le prenotazioni ammontavano a 46.403 dosi, mentre quelle effettivamente inoculate sono state 45.106. Per quanto riguarda invece l’utilizzo di Astrazeneca, la differenza, nell’arco dello stesso periodo di tempo, raddoppia, passando al 4,8 per cento. Le dosi prenotate per il richiamo erano 12.652 mentre quelle somministrate risultano essere 12.044.

Differenze che il vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi, definisce “fisiologiche e che quindi la campagna vaccinale sta proseguendo senza particolari difficoltà. È comunque necessario recuperare gli indecisi – prosegue l’assessore – perché è in questo modo che diventa possibile tenere sotto controllo le varianti, anch’esse analizzate dalla Regione con puntualità e accuratezza”.

Allarme per la circolazione della variante indiana in Fvg.

Sul fronte del sequenziamento, “il lavoro è stato molto puntuale – precisa ancora Riccardi –. Dei 96 campioni analizzati, 67 hanno evidenziato la presenza di una variante. Nello specifico, 35 casi sono di tipo Alpha (inglese), 25 Delta (indiana) e 2 Gamma (brasiliana) mentre le restanti appartengono alla categoria “altro”. Inoltre dei 67 casi rilevati, la maggior parte (27) provengono da contagio familiare, mentre 12 hanno a che fare con i rifugiati presenti in regione e 6 da contagi tra amici”.

“Tutto ciò ci fa dire – conclude Riccardi – quanto sia fondamentale il lavoro di tracciamento che stiamo facendo, oltre a ricordare l’importanza per coloro che hanno prenotato l’inoculazione della seconda dose che si presentino all’appuntamento fissato in agenda. Solo in questo modo potremmo continuare a tenere sotto controllo la diffusione del contagio, in particolar modo quello legato alle varianti”.