La scuola prova a ripartire in Fvg, scontro sulla didattica a distanza in caso di una nuova ondata

Lo scontro sulla didattica a distanza in Fvg.

Giornata di rientro tra i banchi per 90mila alunni in Friuli Venezia Giulia. Questo per effetto della scelta del governo Draghi che, pur in zona rossa, consente le lezioni in presenza agli alunni fino alla prima media.

Fuori dagli istituti scolastici, tanta emozione per i bambini, assenti dalle “loro” aule dal 15 marzo, e anche per molti genitori. Dentro l’aula del consiglio regionale, invece, si è consumato uno scontro sulla validità della didattica a distanza.

Daniela Beltrame, direttrice dell’Ufficio scolastico regionale Fvg, ha presentato alcuni dati sulla didattica a distanza (Dad). Secondo l’indagine da lei presentata, una percentuale significativa di istituti scolastici del Friuli Venezia Giulia non ha constatato differenze nella valutazione degli apprendimenti tra il primo periodo dell’anno 2019-20, quando ancora non eravamo alle prese con la pandemia, e il 2020-21, caratterizzato invece dalla forzata convivenza tra didattica in presenza e a distanza. Lo ha detto in audizione in VI Commissione regionale.

Nel dettaglio, non ha riscontrato differenze il 39,05% delle scuole primarie, il 60,95% delle medie e il 48,28% delle superiori, e nell’ambito delle scuole secondarie di secondo grado il 22,41% degli istituti ha indicato persino un miglioramento nelle valutazioni degli studenti. I dati fanno riferimento al periodo dal 1° al 15 febbraio e provengono da quasi tutti gli istituti, 165 su 167.

“Molte scuole – ha aggiunto la dirigente – considerano la didattica digitale integrata come un’alternativa importante alla didattica in sola presenza, perché ha consentito il potenziamento delle dotazioni tecnologiche e spinto i docenti a innovare le metodologie. Ma ovviamente sono emerse anche criticità, come la mancanza del contatto diretto tra alunni e insegnanti, patito in particolare dagli alunni più fragili”.

Una lettura che non ha convinto Ilaria Dal Zovo, consigliera regionale del Movimento 5 Stelle. “Sarebbe stato utile ascoltare anche i dirigenti territoriali – afferma la pentastellata – e non ci è parso corretto che la Beltrame si sia auto-assegnata il ruolo di portavoce unica del mondo scolastico del Friuli Venezia Giulia”. “La didattica a distanza comporta una serie di disagi – continua Dal Zovo – da una parte prettamente legati allo studio (ore limitate delle lezioni, tempi davanti a un monitor per i ragazzi, materie che vengono sacrificate), dall’altra di carattere psicologico e sociale per bambini e ragazzi costretti a seguire le lezioni da soli in casa, se non in isolamento anche dalla famiglia quando necessario”.

Anche Furio Honsell, consigliere di Open Sinistra Fvg, “vota” per la scuola in presenza e ricorda un dato: “In base ai monitoraggi dei luoghi di contagio, emerge che la scuola viene solo al terzo posto, dopo la famiglia e il lavoro, come possibile fonte di contagio”.