Foto private per la memoria collettiva: l’appello per raccogliere gli scatti del terremoto

Foto Aldo Segale Archivio Craf

L’appello per raccogliere foto del terremoto in Friuli.

A quasi cinquant’anni dalla tragedia che segnò profondamente il Friuli, il Comune di Gemona avvia una toccante iniziativa nel segno del ricordo e della tenacia; l’amministrazione lancia un appello alla popolazione e a tutti coloro che hanno vissuto l’emergenza e la ricostruzione del 1976: mettere a disposizione della comunità le foto scattate in quel drammatico periodo.

L’iniziativa si inserisce nell’ambito della revisione del Museo del Terremoto e delle iniziative culturali in vista del cinquantesimo anniversario del sisma, con l’obiettivo di preservare e valorizzare la memoria collettiva. Attraverso la raccolta di fotografie, corredate da una breve descrizione, si intende restituire i volti, i luoghi e le vicende di una comunità che ha saputo rialzarsi con dignità e determinazione.

La memoria intima racchiusa nei cassetti

Il progetto mira a recuperare non solo la documentazione ufficiale, ma soprattutto la memoria “autentica, intima, quotidiana pur nella drammaticità del momento”, come sottolinea il vicesindaco e assessore alla cultura, Flavia Virilli.

“Desideriamo dare voce anche a quelle testimonianze che per anni sono rimaste custodite nei cassetti delle famiglie e delle associazioni, a quelle fotografie mai viste che raccontano una Gemona autentica, intima, quotidiana pur nella drammaticità del momento”, ha dichiarato l’assessore, evidenziando l’importanza di offrire spazio a tutti coloro, cittadini e appassionati, che desiderano condividere frammenti preziosi della memoria collettiva. “Ogni immagine può restituire uno sguardo nuovo sul passato e contribuire a comporre un racconto più profondo e corale del nostro passato”.

Un atto di partecipazione civile

L’importanza dell’iniziativa è stata ribadita anche dal sindaco Roberto Revelant, che la definisce un vero e proprio atto di partecipazione civile. “Questa iniziativa rappresenta non solo un omaggio alla memoria, ma anche un atto di partecipazione civile”, ha affermato il sindaco. “Invitiamo tutti i cittadini a sentirsi parte di un progetto che appartiene a Gemona e a tutto il Friuli, un progetto che rinnova, attraverso la forza delle immagini, il legame fra passato e presente e testimonia ancora una volta la capacità di una comunità di trasformare il dolore in memoria, e la memoria in futuro“.

Il materiale raccolto potrà essere utilizzato per l’allestimento museale, per pubblicazioni e per l’esposizione dedicata al percorso di memoria della rinascita.

Come contribuire alla raccolta

La raccolta è aperta fino al 15 dicembre. Il Comune ha predisposto diverse modalità di consegna, garantendo il rispetto delle persone e dei ricordi familiari:

Consegna fisica: Presso l’ufficio IAT di Gemona del Friuli (info@gemonaturismo.com; 0432 981441), dove sarà verificata l’identità di chi conferisce il materiale. Il materiale originale verrà scansionato e restituito.

Consegna digitale: Tramite il servizio dedicato sul sito del Comune (accesso con SPID o CIE) o via email all’indirizzo testimonianze1976@comune.gemona.ud.it allegando la documentazione scaricabile sul sito ufficiale del Comune, insieme a copia di un documento d’identità.

Saranno accettate solo le fotografie corredate dal modulo di consenso e dalla liberatoria per l’utilizzo, entrambi scaricabili sul sito ufficiale del Comune.