Ragazza buttata fuori di casa perché omosessuale, la storia di Luna: “Una sofferenza indicibile”

Dopo il coming out la giovane è stata buttata fuori di casa.

Tre anni fa la madre la butta fuori di casa e il padre addirittura non le rivolge più la parola da qualche mese a questa parte. Nella disperata ricerca di riconquistare l’amore dei genitori, si ammala di anoressia nervosa, arriva a pesare 26 chili e viene ricoverata d’urgenza in una struttura riabilitativa dove rimane fino a settembre 2022.

Succede a Gorizia, ad una ragazza di ventidue anni, Luna E. e la sua unica colpa è quella di aver capito di provare amore nei confronti di persone del suo stesso sesso. “Era il 2016, per la prima volta il mio cuore batteva all’ impazzata per una persona, mi resi conto di essermi innamorata di quella che poi sarebbe diventata la mia fidanzata” confida Luna. “Nonostante quel legame mi abbia fatto soffrire davvero parecchio e nonostante durò solamente pochi mesi, ebbi la certezza assoluta che il mio orientamento sessuale propendeva verso persone del mio stesso sesso” spiega la ragazza. Una realtà, nonostante gli enormi passi avanti, che ancora oggi risulta difficile da accettare, tanto che la ragazza fa di tutto per nascondere la sua vera natura sia alla madre, sia al padre, che vive da un’ altra parte, fino al giorno in cui, tramite un tema scolastico, Luna decide finalmente di fare “coming out”, ovvero di liberarsi di quel macigno che le pesava sul petto da troppo tempo.

“Ricordo che, durante le ripetizioni extrascolastiche, la professoressa mi assegnò un tema nel quale avrei dovuto parlare di una persona a me cara e io scelsi di parlare proprio di lei, della mia fidanzata, descrivendo per la prima volta tutto ciò che provavo” ammette Luna. Fu proprio quel tema a sancire la linea netta di rottura tra lei e la sua famiglia. “Quando mia madre lesse il tema si arrabbiò moltissimo, tanto da cacciarmi di casa seduta stante, senza volermi nemmeno guardare in faccia o, ancora peggio, senza volermi ascoltare – prosegue in lacrime Luna – così, trovandomi di punto in bianco in mezzo alla strada, non ebbi altra scelta se non quella di rifugiarmi dalla mia nonna materna a Monfalcone, dove vivo tutt’ora“.

Nemmeno il padre, che vive appunto distante, ha avuto comprensione “Speravo nella comprensione di mio padre, ma da quando mi sono confidata con lui, non ha più voluto rivolgermi la parola – continua Luna – per cercare di riavere l’amore dei miei genitori addirittura ho frequentato anche dei ragazzi, ma non sono riuscita a fingere, non lo trovo giusto, ed ho solo peggiorato il mio stato psicofisico “. La madre, dopo aver toccato con mano quanto dolore avesse causato alla figlia, decide di ‘concederle ‘ un giorno a settimana, durante il passano del tempo assieme, Luna raccoglie le briciole, se le fa bastare, pur di non essere un problema. “La mia sofferenza è indicibile, però al momento cerco di rientrare in punta di piedi nella vita di mia madre, mi manca da morire avere un rapporto normale sia con lei, sia con mio padre” conclude Luna, che ama la pallavolo, la musica italiana e sogna, un giorno , di poter realizzare il suo sogno, quello di lavorare con i bambini, in grado di regalare quella gioia e quella spensieratezza che ad oggi non ha trovato”.