Dal pane recuperato dai locali della spiaggia nasce la nuova birra di Lignano

La birra di Lignano Sabbiadoro.

Nasce la birra di Lignano Sabbiadoro, prodotta con il pane recuperato dai gestori di bar e ristoranti della spiaggia. Un prodotto sostenibile e a chilometro zero, destinato a diventare la bevanda simbolo della prossima stagione estiva.

L’accordo per avviare la produzione è stato siglato venerdì da tutti i concessionari della spiaggia lignanese: con un utilizzo iniziale stimato in circa 10 tonnellate di pane vecchio, sarà possibile produrre oltre 26 mila litri di birra, contenuta in 80 mila confezioni completamente riciclabili (lattine di alluminio e carta), risparmiando la produzione di 7 tonnellate di malto, evitando quindi di utilizzare 4 ettari di terreno e 50 mila litri di acqua per irrigare. Il restante malto che verrà utilizzato nella produzione della birra di Lignano sarà frutto di coltivazioni di orzo locali. Un progetto che vede quindi nella sostenibilità e nella valorizzazione delle materie prime i suoi due principi cardine.

“E’ un vero e proprio esempio di economia circolare, in quanto recuperiamo il pane dei nostri associati che sarà utilizzato, in sostituzione di parte del malto, per la produzione della birra, consentendo non solo di risparmiare circa il 25% di malto d’orzo, ma di diminuire i consumi di energia elettrica, acqua e anidride carbonica. Ma soprattutto di evitare che un prodotto come il pane sia trattato come rifiuto”, commenta Michele Battiston, presidente del Consorzio SpiaggiaViva di Lignano Sabbiadoro, soggetto che riunisce tutti e 37 i concessionari degli uffici spiaggia, ringraziando l’amministrazione comunale di Lignano Sabbiadoro, per il supporto dato all’operazione.

“Sarà anche un prodotto utilizzato come merchandising a favore della località – aggiunge – dal ricavato di ogni litro venduto, un euro sarà destinato al Consorzio SpiaggiaViva, per essere reinvestito sulla località, favore di tutti”. A collaborare con gli operatori lignanesi sarà il Birrificio Forum Iulii, nell’ambito di un progetto sostenuto da Regione Fvg, Fondazione Agrifood, Io sono FVG e tutta una serie di altri partner accomunati dalla responsabilità contro gli sprechi alimentari.

“Tutti abbiamo capito che lo spreco alimentare è un fenomeno troppo grande che deve essere ridotto il più possibile e utilizzare il pane in eccedenza per dargli una nuova vita è un gesto di responsabilità – aggiunge Battiston – il residuo della lavorazione sarà essiccato e trasformato in farina per produrre dei grissini che saranno ugualmente il marchio di Lignano. Inizialmente sarà distribuita nei locali della città, nei chioschi e ristoranti della spiaggia e in alcuni supermercati del centro, ma l’obiettivo è quello di raggiungere tutto il Friuli Venezia Giulia e non solo“.