Mortegliano festeggia il santo patrono nel ricordo di Enzo Cainero

La chiesa della SS Trinità gremita di fedeli, a Mortegliano

I festeggiamenti per il patrono di Mortegliano.

Mortegliano e le sue frazioni, Lavariano e Chiasiellis, hanno festeggiato l’82esima festa patronale di San Paolo nella chiesa della santissima Trinità, presenti autorità civili e militari, oltre a tanti cittadini che hanno riempito la navata per seguire la messa celebrata da monsignor Giuseppe Fraidutti.

L’eucarestia solenne con i cori parrocchiali, l’offerta del cero pasquale da parte dell’amministrazione comunale, dell’olio per la lampada del santissimo Sacramento donato dalla Pro Loco e dei prodotti locali frutto dei “Borghi storici”. Ma anche il ricordo di un amico appena scomparso del Friuli, Enzo Cainero, la partecipazione del Consiglio regionale con il presidente Piero Mauro Zanin e il consigliere Mauro Bordin, quello comunale dei ragazzi tramite il suo presidente, il piccolo Enrico, alla cerimonia con tanto di fascia tricolore incrociata sul petto, e un pensiero alla guerra in Ucraina.

“La festa di un patrono – ha avuto modo di affermare Zanin – significa credere fortemente nella propria identità perché unisce la tradizione dei nostri avi alla convivenza civile, ha quella capacità di innovare il loro insegnamento e rilanciarlo verso il futuro come simbolo di speranza per le nuove generazioni”.

“A Mortegliano, oggi – ha evidenziato ancora il presidente -, si fondono attestazione di identità di una cultura e valorizzazione della capacità di auto-organizzarsi delle nostre comunità attraverso il volontariato. È un bell’esempio di sussidiarietà e di una realtà cittadina vivace, che ha la forza e la coscienza profonda di sapere chi è”.

“In questi mesi – gli ha fatto eco Bordin – abbiamo assistito a una grande attività di ripresa del mondo associativo e anche questa giornata testimonia il desiderio delle persone di partecipare agli eventi di comunità. Si tratta di uno di quei momenti in cui il sacro si unisce all’attività ricreativa del volontariato, e si traduce nel dar vita a quelle tradizioni che si tramandano da tempi immemori e fanno parte della nostra identità. Testimoniare la presenza della Regione a questi eventi significa testimoniare la vicinanza alle nostre radici, ai nostri valori e alla nostra friulanità“.

E di “patrono che rappresenta la congiunzione tra la laicità del Comune e dello Stato e la religiosità della chiesa, due poteri che quando agiscono insieme non possono che dare ottimi risultati a beneficio della comunità” ha detto anche il sindaco Roberto Zuliani, dopo aver speso parole in ricordo di Enzo Cainero “un amico con cui ho portato avanti molti progetti”.

“Dietro questa festa c’è un gran lavoro da parte della Pro Loco e di tanti cittadini che permettono di mantenere viva la nostra tradizione, perché le tradizioni non si possono dimenticare”, ha chiosato non senza dimenticare “il periodo difficile della pandemia da cui siamo appena usciti e ora quello di una guerra alle porte di casa”. Facendo poi un paragone con la cecità che colpì san Paolo sulla via di Damasco e che finì solo quando capì di essere nel giusto a seguire i dettami di Dio, Zuliani si è augurato che “la cecità non pervada tutti quei signori che in questo momento hanno in mano le sorti di quella guerra, una tragedia che nessuno si sarebbe immaginato e che comunque dobbiamo affrontare”.

“Siamo nel periodo delicato del tempo della memoria – ha fatto presente don Fraidutti ai suoi parrocchiani – e direi che tra la memoria religiosa e quella civile c’è una similitudine, in quanto appartengono alla stessa storia dell’uomo, solo che con un interlocutore in più per quanto riguarda la storia religiosa. Ma l’obiettivo del benessere, della convivenza sociale, della comunione tra le persone e di un percorso dove le energie vengono poste per andare verso un futuro migliore e non per regredire nelle cattiverie del passato, rappresentano senz’altro una meta comune”.