La Comunità del Melograno festeggia a Pradamano i 25 anni dalla fondazione

I 25 anni della Comunità del Melograno.

L’associazione “Comunità del Melograno” festeggia i 25 anni di fondazione con un evento che si è tenuto ieri nel parco Rubia a Pradamano e cui hanno partecipato operatori, volontari, sostenitori e numerosi sindaci del territorio. 

È una lezione esemplare e importante, data in un momento tremendamente difficile come la pandemia, quella della Comunità del Melograno, un’associazione che non ha puntato il dito contro qualcuno dicendo che qualcosa non andava, ma che ha cercato di individuare le soluzioni per gestire e superare le difficoltà e continuare ad aiutare così le persone fragili.

Nel ringraziare i membri del sodalizio e il suo presidente, l’esponente dell’Esecutivo ha detto che la Regione continuerà a sostenere l’esperienza della Comunità, dando a questa realtà ciò di cui ha necessità per continuare l’opera di assistenza e integrazione della persona disabile, senza governare i suoi processi. Ha posto l’accento sugli straordinari moti di generosità e di passione che hanno spinto le famiglie a creare l’associazione del Melograno, contribuendo in maniera importante a rendere efficace ed efficiente il Sistema sanitario regionale.

Nel suo intervento, il vicegovernatore ha dato merito al grande impegno dei membri del sodalizio nel dare risposte sia immediate sia per il futuro, non solo alla vita della persona disabile ma anche alla vita dai suoi familiari: un esempio e un’esperienza straordinari che devono essere fatti conoscere e devono essere presi a modello.

L’attività dell’associazione è iniziata nel novembre del 1996 a Rizzolo di Reana del Rojale, in un container donato dal Comune. Ad avviarla è stato un gruppo di poche famiglie che cercava una risposta al percorso di vita dei propri figli con disabilità. Nel 2014 il trasferimento a Lovaria di Pradamano in una palazzina ristrutturata grazie a fondi raccolti con “La partita del cuore”.

Ora è in fase di realizzazione una struttura destinata al cohousing (alloggi privati corredati da ampi spazi comuni): si tratta di 7 appartamenti che potranno essere utilizzati da persone fragili. Il progetto, “Casa nostra”, entrerà nella piena operatività il prossimo anno. È stato finanziato da contributi regionali per 800mila euro e da aiuti privati. Oggi il centro diurno accoglie 13 persone adulte seguite da una ventina tra volontari e operatori. È prossima l’apertura di un centro residenziale per una decina di persone con disabilità.