Goran Bregović, I Patagarri e Kings of Convenience: l’ultima giornata del No Borders

Una domenica, questa del 3 agosto, con un unico palco ai Laghi di Fusine e tre gruppi diversi: Goran Bregović, I Patagarri e Kings of Convenience.

Goran Bregović,

Il ‘turbo folk’ di Goran Bregović e della sua Wedding and Funeral Band riempie ed allarga, scalda i muscoli, ci fa vivere le vite passate di cui abbiamo perso la memoria, sconfina dalle appartenenze e d’un tratto ci fa ballare tutti insieme come fossimo amici fraterni da sempre.

Non si tratta solo di cultura balcanica, ma di un vero e proprio rito, una festa di resistenza guidata da ottoni, chitarre rock, cori spirituali e da lui, capofila di un genere che da anni allontana gli stereotipi di ogni genere: Goran, il Maestro, Bregović. In scaletta molti dei successi che lo hanno reso conosciuto in tutto il mondo: Vino Tinto, Maki Maki, Gas Gas, Ederlezi, Death Car, Hopa Chupa, e tra le altre una cover de Il Pescatore di Fabrizio de Andrè.

I Patagarri

Con un cambio palco velocissimo, salgono I Patagarri: foto-reporter musicali di mille realtà che con la loro energia si trasformano in un’unica mattana collettiva.

Sembra che sul palco ci siano nati, che gli strumenti siano prolungamenti naturali del loro essere, e che la musica sia la loro personalissima taranta di fuoco e di passione.

Questi ragazzi suonano, da dio, si muovono con la libertà di chi fa dei paletti una pergamena grezza dove scrivere le proprie regole, trasmettendo tutta la gioia, la riflessione e il movimento di un mondo in cambiamento costante.  Eseguono magistralmente, tra le altre: Diavolo, Via con Me, Il Camionista, Choro, Occhi Neri, Caravan, Io Non Ti Conosco, Egyptian.

I Kings Of Convenience

È la volta dei Kings Of Convenience, l’atmosfera cambia e la delicatezza si fa largo tra gli spettatori arrivati ai Laghi di Fusine.

Due chitarre acustiche, un contrabbasso, un violino, una batteria e due voci che si rincorrono e si intrecciano formando melodie dal sapore mistico. È il momento dell’acustico, del tempo che rallenta, della gentilezza dell’intenzione che scavalla le tempeste e delle sonorità semplici e sofisticate.

Sono carezze quelle che Erlend Øye e Eirik Glambek Bøe hanno elargito a pieno cuore, senza risparmiarsi e coinvolgendo il pubblico.

Il No Borders Music Festival 2025 si conclude con una quota di 30.000 persone per questa trentesima edizione.