Si riaccendono i riflettori sul progetto dell’impianto fotovoltaico a Leonacco.
Dopo due anni di silenzio e una falsa partenza, torna al centro del dibattito l’impianto fotovoltaico da 8 megawatt previsto sulle colline di Leonacco, a Tricesimo. Un progetto che fin dalla sua autorizzazione aveva sollevato polemiche e mobilitazioni da parte di cittadini e associazioni ambientaliste, preoccupati per l’impatto paesaggistico e ambientale in un’area collinare mai interessata prima da interventi simili.
Ora, a riaccendere i riflettori sulla vicenda è un annuncio congiunto delle consigliere regionali Simona Liguori (Patto per l’Autonomia – Civica FVG) e Rosaria Capozzi (Movimento 5 Stelle), che denunciano un nuovo passaggio di mano nella gestione dell’autorizzazione: dopo la transizione da Falck Renewables a Renantis, è stata autorizzata una voltura in favore della società milanese Leoba srl. Un cambio solo apparente, secondo le esponenti dell’opposizione, visto che Leoba risulterebbe legata a doppio filo alla stessa galassia societaria da cui tutto è partito.
Liguori e Capozzi: “No all’impianto di Tricesimo”.
Ad annunciare in una nota cosa bolle in pentola per quanto riguarda l’impianto fotovoltaico denominato “Leonacco Basso” sono la consigliera regionale Simona Liguori del Patto per l’Autonomia – Civica Fvg e la consigliera regionale Rosaria Capozzi del Movimento 5 Stelle.
“Dopo due anni dall’autorizzazione concessa dalla Regione per la realizzazione dell’impianto fotovoltaico a terra, all’epoca definito agrivoltaico, da 8mw, sulle colline di Tricesimo in località Leonacco e dopo una falsa partenza dei lavori con l’installazione di alcuni manufatti e dei cartelloni che descrivevano il cantiere, avvenuta un anno fa, nulla poi era stato portato avanti dai proponenti, ma adesso c’è un’importante novità”.
“Molti cittadini – proseguono le due consigliere regionali – che nei mesi scorsi hanno raccolto migliaia di firme contro la realizzazione dell’impianto, il più a nord della regione tra quelli autorizzati finora e il primo in ambito completamente collinare, su cui si era espressa contraria anche Legambiente, speravano che l’assenza di lavori nella zona interessata fosse il segno di un cambio di idea da parte della società che aveva avanzato la richiesta. In realtà di cambi ce ne sono stati ben due”.
“Il primo ha visto il passaggio delle pratiche dalla Falck Renewbles alla Renantis, il secondo, autorizzato dall’amministrazione regionale una settimana fa, riguarda la voltura dell’autorizzazione dalla Renantis alla società Leoba srl di Milano. Peccato – spiegano le esponente di Opposizioni – che la Leoba risulta essere una società di Milano con capitale sociale interamente versato dalla società Nadara Italy spa, il cui presidente del Consiglio d’amministrazione è lo stesso della Falck Renewables, poi diventata Renantis”.
“Un giro di valzer da far venire mal di testa – concludono Liguori e Capozzi -, ma rimane la preoccupazione per l’ultima voltura, in quanto a prescindere da chi sia il nuovo titolare dell’autorizzazione, questa nuova mossa lascerebbe intendere che i lavori possano riprendere quanto prima”.