Nato in Friuli con l’intestino troppo corto, la storia a lieto fine del piccolo Mattia

Storia a lieto fine al Burlo di Trieste per il piccolo.

Due anni fa, Mattia (nome di fantasia) era nato al Burlo di Trieste con una rara malformazione congenita intestinale detta “intestino corto”. Il suo intestino cioè era atresico in più punti, ovvero occluso, a causa di un difetto di sviluppo del viscere, e attorcigliato su sé stesso. Nei primi giorni di vita Mattia era stato subito sottoposto a due delicati interventi chirurgici durante i quali l’organo era stato correttamente riposizionato, rimuovendo al contempo i tratti di occlusi e quelli danneggiati a causa della posizione anomala che aveva compromesso la normale vascolarizzazione.

In questo modo Mattia aveva potuto iniziare progressivamente ad alimentarsi, ma a causa delle dimensioni ridotte dell’intestino continuava a essere dipendente dalla nutrizione artificiale, ovvero dalla somministrazione di nutrienti direttamente per via endovenosa tramite un catetere venoso centrale.

Il delicato intervento.

Nei mesi successivi, il piccolo Mattia è cresciuto e l’intestino si è progressivamente allungato insieme a lui. Nel tempo, tuttavia, ci sono state diverse infezioni batteriche, come purtroppo accade spesso nei bambini che hanno un catetere venoso centrale, e diversi ricoveri ospedalieri.

Finalmente, però, a 18 mesi un tratto dell’intestino di Mattia era sufficientemente dilatato per consentire un intervento di ricostruzione e allungamento dell’intestino stesso con il metodo Step (acronimo per Serial Transverse Enteroplasty ovvero enteroplastica seriale trasversa) che ha permesso al bambino di sospendere definitivamente la nutrizione endovenosa.

“L’intervento di Step – spiega il dottor Jürgen Schleef, direttore del dipartimento di chirurgia dell’Irccs Materno Infantile “Burlo Garofolo” di Trieste e che ha seguito il percorso chirurgico cui è stato sottoposto il piccolo sino a oggi – è piuttosto semplice rispetto alle tecniche chirurgiche utilizzate in passato e consiste nel praticare una serie di piccoli tagli, che sono poi suturati con una suturatrice automatica, lungo i margini di un tratto d’intestino tenue dilatato. In questo modo l’intestino si allunga, assumendo un aspetto a zig-zag e aumenta la superficie di assorbimento dei nutrienti. L’intervento di Step – aggiunge il chirurgo del Burlo – consente al 50 per cento dei bambini con intestino corto di raggiungere l’autonomia intestinale ovvero di essere svezzati completamente dalla nutrizione endovenosa”.