Aumentano le rette alla casa di riposo La Quiete: 165 euro in più al mese

Sede La Quiete

Aumentano le rette della casa di riposo La Quiete di Udine.

Le rette della casa di riposo La Quiete di Udine aumentano di 5,5 euro al giorno per l’anno 2024: da 68,10 a 73,60 euro, circa l’8 per cento in più. La delibera è stata approvata il 30 dicembre dal consiglio di amministrazione della Asp.

I motivi dell’aumento.

Un aumento reso necessario da tre specifiche cause, come spiega il presidente Alberto Bertossi: l’aumento dell’inflazione che, su base Istat annuale, è cresciuta nel 2023 fino al 6% circa rispetto all’anno precedente; l’aumento di alcune voci stipendio per il personale dipendente della pubblica amministrazione (D.L. 145/23 del 18.10.2023, convertito in L. 191/23) che comporterà, per il 2024, maggiori spese per circa 170.000 euro e, infine, la legge regionale n.13/2023 che ha modificato il regime di esenzione dal pagamento dell’Irap per le Asp, comportando per La Quiete un aggravio sul bilancio, già a partire dal 2023, di almeno 400.000 euro.

Le nuove rette.

La retta media, dunque, quest’anno sarà di 73,60 euro giornalieri (nel 2023 erano 68,10) per un totale di circa 2.208 euro al mese, contro i circa 2.043 euro del 2023. La tariffa giornaliera si riduce di 2,5 euro al giorno per la Fascia Isee 1 e di euro 1,5 euro per la Fascia Isee 2.

“Abbiamo dovuto prendere atto – afferma Bertossi – di una congiuntura extra aziendale che va ad inficiare pesantemente la politica di razionalizzazione dei costi che l’attuale consiglio di amministrazione ha sempre ricercato sin dal suo insediamento, pur con le notevoli problematiche ereditate, Faggi e Covid in primis”.

“Purtroppo – prosegue Bertossi – la normativa statale e quella regionale colpiscono in particolare la nostra struttura che, a differenza di quasi tutte le altre Asp, si è dotata nel tempo di personale proprio sia infermieristico sia, in parte, OOSS, oltre ad avere – caso praticamente unico in Regione – ben 4 medici interni ed un direttore sanitario. Con amarezza, tutto il CdA prende atto che la scelta di fidelizzare il personale al fine di garantire l’ottimale servizio che da sempre ci è riconosciuto, diventa per paradosso controproducente“.

“Non posso sottacere che è in corso un dialogo con la Regione per cercare quantomeno di meglio calibrare le modalità applicative della recente normativa, ma nelle more di questa situazione, venuta in essere solo poche settimane fa e dunque senza la possibilità di intervenire altrimenti, non abbiamo potuto far altro che applicare i principi della buona amministrazione”.