Elezioni a Udine, perché Pietro Fontanini ha perso

La sconfitta di Pietro Fontanini.

Udine ha deciso di cambiare: l’uscente Pietro Fontanini, che pure era in vantaggio dopo il primo turno, ha perso al ballottaggio contro lo sfidante Alberto Felice De Toni.

De Toni, sostenuto dalle liste Partito Democratico, Azione-Italia Viva Renew Europe, De Toni sindaco e Alleanza Verdi e Sinistra, è stato eletto sindaco di Udine con 18.576 voti pari al 52,85 per cento. Il primo cittadino uscente, appoggiato dalle liste Fontanini sindaco, Identità civica, Lega Fvg per Salvini premier, Fratelli d’Italia con Giorgia Meloni, Forza Italia e Unione di Centro, ha ottenuto 16.573 voti pari al 47,15 per cento

Una sconfitta che probabilmente ha sorpreso più di qualcuno, soprattutto dopo il plebiscito di due settimane fa pro-Fedriga, un plebiscito che ha fatto sperare il centrodestra nel filotto.

Il Presidente è stato spesso a Udine in questi giorni, ha chiuso la campagna elettorale di Fontanini nel capoluogo, ma nonostante un clima sicuramente favorevole al centrodestra, nemmeno il Governatore è riuscito a spingere Fontanini alla vittoria (tra l’altro, per l’uscente si tratta della prima sconfitta in una competizione elettorale).

Di fatto, il candidato del centrodestra ha preso al ballottaggio ha preso circa 3mila voti in meno rispetto al primo turno (e oltre duemila rispetto al ballottaggio di 5 anni fa); De Toni circa quasi 2mila in più. Fontanini ha pagato la diserzione delle urne, evidentemente più diffusa tra i suoi sostenitori che tra quelli del centrosinistra: quella flessione di votanti che nel 2018 lo aveva premiato facendolo vincere contro Enzo Martines, questa volta gli si è rivoltata contro. Uno dei problemi, quindi, è che in questi 15 giorni non è riuscito a riscaldare i suoi al punto da farli tornare alle urne. D’altronde, chi vuole cambiare è più motivato.

Un altro fattore potrebbe essere quello delle alleanze dopo il primo turno: se De Toni è riuscito a stringere un accordo con la coalizione di Ivano Marchiol (che contava su un 9,4% di elettori), Fontanini è “rimasto solo” perché non ha trovato l’intesa con Stefano Salmé, vuoi per antichi attriti, vuoi per “richieste difficilmente accoglibili” (come ha detto lo stesso Fontanini dopo gli incontri con il candidato di Io Amo Udine- Liberi Elettori). Non solo non c’è stato accordo: Salmé ha invitato i suoi sostenitori a non andare a votare, un invito che almeno in parte è stato colto, nonostante alcuni dei suoi avessero ufficialmente dichiarato di appoggiare Fontanini.

Tra i “navigati” in politica, poi, si dice che il sindaco uscente fosse troppo “freddo” e trasmettesse poco entusiasmo per riscaldare i cuori dei cittadini, rispetto ad un De Toni più affabile e che, va detto, ha fatto in questi mesi un grande lavoro di incontro e confronto sul territorio, grazie anche al suo braccio destro Alessandro Venanzi che, come dimostra il titolo di “mister preferenze”, di sicuro sa come fare campagna elettorale. Sia come sia, Udine ha dato il suo verdetto e, come ha detto il nuovo sindaco, “il vento è cambiato“, unico capoluogo controcorrente in tutto il Fvg.