L’ex casetta delle suore sarà la nuova sede della Morpurgo Hoffman

Terminati i lavori dell’edificio di proprietà de La Quiete di Udine.

Con il completamento delle aree esterne e della fornitura dei mobili si sono conclusi i lavori di ristrutturazione della ex “casetta delle suore”, l’immobile al civico 8-10 di via Pracchiuso dove alloggiava il personale che prestava servizio nell’attiguo ospedale militare.

L’edificio ospiterà la nuova sede della Fondazione Morpurgo Hoffman onlus e sarà fulcro del “Progetto Parco Servizi diffusi – La corte nel borgo” e, in prospettiva di sviluppo, del Cria, il Centro di ricerca per l’invecchiamento attivo, un incubatore di sviluppo per nuovi modelli e buone pratiche nell’assistenza, nella cura e nel sostegno a pazienti e famiglie.

La casa di proprietà de La Quiete è stata concessa alla Fondazione per 30 anni sulla base di un progetto condiviso con l’ex consiglio di amministrazione della Asp presieduto da Stefano Gasparin con l’impegno a ristrutturare il vecchio immobile e renderlo idoneo a tutte le future attività. La progettazione dell’opera di ristrutturazione è partita nel 2018 con il finanziamento dei costi di progetto da parte della Fondazione Friuli attraverso il “Bando Restauro 2018”.

La progettazione è stata affidata con gara pubblica allo Studio Rigo di Udine con la supervisione dell’architetto Raffaele Shaurli come Rup incaricato dal Comune. L’esecuzione dei lavori, sempre attraverso procedura di affidamento pubblico, è stata realizzata dall’impresa di costruzioni Di Betta per un investimento totale, tra progetto, lavori e arredi, di 650mila euro.

“A conclusione del nostro mandato triennale, – ha spiegato il presidente uscente della fondazione Aurelio Ferrari – siamo orgogliosi di poter vedere completato l’ottimo lavoro di ristrutturazione della nuova sede: non è solo una riqualificazione dell’edificio ma una valorizzazione che riguarda via Pracchiuso e l’intero quartiere che risponde così alla propria storica vocazione di assistenza, aggregazione e ritrovo.”

“Lo stop forzato del cantiere per quasi 3 mesi a causa del primo lockdown ha allungato un po’ i tempi della realizzazione iniziata a fine giugno 2019; – spiega la vicepresidente della Fondazione Michela Bacchetti – ma siamo molto soddisfatti delle tempistiche e del risultato finale dei lavori che hanno dovuto fare i conti con tutte le difficoltà e le restrizioni dovute all’emergenza Covid che non ha impedito al Cda di concentrarsi sull’avvio delle prime iniziative di ricerca”