Italia-Israele, la partita della discordia. Gattuso: “Uomo di pace, ma dobbiamo giocare”

Italia-Israele: si deve o non si deve giocare? La partita che divide l’Italia.

Cresce la tensione in vista della partita di calcio tra Italia e Israele, in programma il 14 ottobre 2025 a Udine e la città si trova al centro di un acceso dibattito che intreccia sport, diritti umani e politica internazionale.

Gattuso: “Uomo di pace, ma dobbiamo giocare”

Il neo commissario tecnico della nazionale italiana, Gennaro Gattuso, ha espresso la propria posizione durante la prima conferenza a Coverciano: “Sono un uomo di pace, mi auguro che la pace ci sia in tutto il mondo, fa male vedere civili e bambini che perdono la vita; dopo però dobbiamo fare il nostro mestiere. Il presidente Gravina sta lavorando per garantire che la gara a Udine si svolga in modo sicuro”. “Israele è nel nostro girone e dobbiamo giocare. Purtroppo c’è una guerra in corso e questo fa male”.

Dopo le parole del ct, è arrivato il commento di Walter Rizzetto, coordinatore regionale di Fratelli d’Italia in Friuli Venezia Giulia e Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati. “In merito alla partita di calcio Italia-Israele in programma ad ottobre a Udine, prendo in prestito le parole del nostro allenatore Gennaro Gattuso, e le sottoscrivo. Una partita di calcio resta un evento sportivo, quindi è inutile, dannoso ed addirittura controproducente boicottare lo Sport o la Cultura stessa” ha detto.

“Mi pare poi assolutamente paradossale che la Giunta di Udine sia oggi preoccupata per l’ordine pubblico quando essa stessa ormai da tempo ne ha perso completamente il controllo e temo non ci sia particolare capacità nell’intervenire al netto dei chiari aiuti che sono arrivati dal Governo centrale o dalla Regione: senza questi ultimi sarebbe il caos, ma un Sindaco deve agire, non subire passivamente adducendo sempre altrui colpe. L’onore e l’onere di governare la Città di Udine è suo” ha concluso.

Sindaco De Toni: “Inopportuno giocare ora”

Il sindaco di Udine, Alberto Felice De Toni, ha espresso dubbi sull’opportunità di ospitare la partita (già ospitata, tra l’altro, l’anno scorso) citando possibili problemi di ordine pubblico. “Non fomentiamo polemiche, ma sarebbe prudente rinviare la partita e recuperarla in un momento più appropriato”. Secondo quanto riportato dall’Ansa, invece, per il Viminale non ci sarebbero problematiche di sorta: per quanto di sua competenza, ha fatto sapere contattato dall’Agenzia, la partita Italia-Israele si può giocare regolarmente.

Se il sindaco parla di rinvio, oltre 20mila persone chiedono invece di annullarla: sono i cittadini che hanno firmato la petizione online lanciata da Possibile che ha raggiunto le 21.500 adesioni in un mese circa.

Le associazioni ProPal e la manifestazione.

Diverse associazioni, tra cui il Comitato per la Palestina Udine, comunità palestinese Veneto e Fvg, Calcio e Rivoluzione, Salaam Ragazzi dell’Olivo e Bds Italia, hanno annunciato che, se il match si giocherà, in parallelo si terrà una manifestazione, come quella organizzata, appunto, un anno fa.

Le realtà coinvolte, inoltre, hanno criticato l’ipotesi avanzata dalla Figc di devolvere l’incasso della partita a organizzazioni umanitarie di Gaza, definendolo un gesto insufficiente e tardivo. “Se la FIGC – si legge nella nota delle associazioni -, vuole realmente fare qualcosa a sostegno della Palestina allora: interrompa ogni rapporto sportivo con Israele; si rifiuti di giocare tutte le partite contro Israele o club israeliani, in particolare quelle previste per il prossimo 8 settembre e 14 ottobre riconoscendo che l’IFA sia direttamente coinvolta nell’occupazione illegale dei territori della Palestina dove svolge regolarmente attività calcistiche, violando, per questo, gli statuti della FIFA e il diritto internazionale; faccia suo l’appello dell’Associazione Allenatori Italiana Calcio (AIAC) avanzando alla FIFA e UEFA l’esclusione di Israele da ogni competizione”.

Anche l’ANPI del Friuli Venezia Giulia ha ribadito la richiesta di sospendere la partita, citando precedenti storici come l’esclusione del Sudafrica per apartheid e delle nazionali russe e bielorusse dopo l’invasione dell’Ucraina nel 2022. L’appello sottolinea che lo sport non può normalizzare governi responsabili di crimini di guerra.

Fratelli d’Italia: sì alla partita

In contrasto con le richieste di rinvio, Fratelli d’Italia Udine ha ribadito il proprio sostegno allo svolgimento della partita. Luca Onorio Vidoni, capogruppo in Consiglio comunale, e Ester Soramel, segretaria cittadina, hanno dichiarato: “Lo sport, come la cultura, non deve essere trascinato nell’agone politico, altrimenti se ne snaturano i valori”.

“Chiedere l’esclusione di Israele dalle competizioni sportive – hanno aggiunto -, è un atto di grave censura illiberale verso un intero popolo. A mettere in pericolo Udine non sarà la partita tra due nazionali, ma i cortei organizzati da associazioni manovrate da partiti di sinistra e movimenti anarchici. Confidiamo che il Prefetto non le autorizzi lo stesso giorno della partita”.