Udine e le sue “case alte”: un progetto racconta la città attraverso i condomini

Sono i condomini, quelli sorti tra il 1946 e il 1976, i narratori silenziosi della trasformazione urbanistica, sociale ed economica di Udine nel dopoguerra. A restituire voce e storia a queste “case alte”, considerate all’epoca fuori scala ma oggi elementi storicizzati del paesaggio urbano, è il progetto divulgativo “Case alte a Udine 1946–1976”, promosso dal Dipartimento Politecnico di Ingegneria e Architettura dell’Università di Udine.

Coordinato dalla professoressa Anna Frangipane, con la collaborazione delle Gallerie del Progetto di Palazzo Morpurgo e della Soprintendenza, il percorso nasce da una ricerca scientifica condotta da Lorenzo Modena su oltre 120 edifici, con il sostegno della Regione Friuli Venezia Giulia.

L’iniziativa si apre il 21 maggio alle 17 nella Sala Florio di Palazzo Florio con il primo di sei incontri settimanali, che continueranno fino al 24 giugno. Gli appuntamenti vedranno confrontarsi docenti, architetti, storici, urbanisti e ingegneri in un dialogo multidisciplinare. Il ciclo sarà accompagnato da itinerari guidati in città e una mostra pensata per adulti e bambini.

“Il progetto – spiega Frangipane – vuole, qui, come sta accadendo altrove, avvicinare la città a una riflessione su questi edifici fuori scala, al momento della costruzione, ma storicizzati, oggi, sul loro valore di testimonianza di una qualità progettuale e costruttiva non scontata, sul senso della loro tutela. Gli incontri cercheranno di dipanare il filo del rapporto tra città storica e “case alte”. Cioè tra memorie passate e nuovi spazi identitari dell’abitare, tra speculazione e qualità edilizia, tra pubblicistica e critica, tra tutela e valorizzazione”.

Il programma degli incontri.

Dalla ricostruzione agli anni del boom economico” sarà il tema del primo incontro mercoledì 21 maggio, alle 17. Ne parleranno tre docenti dell’Ateneo friulano: il demografo Alessio Fornasin e gli storici Mario Robiony e Andrea Zannini.

“Tra visioni urbane e strumenti regolatori” sarà invece l’argomento del secondo evento in programma martedì 27 maggio, alle 17. Gli architetti Giorgio Dri, direttore della rivista Rassegna tecnica del Friuli Venezia Giulia, e Emilio Savonitto dialogheranno con Giulia Fini, docente di tecnica e pianificazione urbanistica dell’Università di Udine.

“L’immagine della città tra architettura e speculazione” verrà raccontata martedì 3 giugno, alle 17, dagli architetti Giulio Avon e Pietro Valle, e da Matteo Ianniello, docente di storia dell’architettura dell’Ateneo udinese.

Come “Costruire a regola d’arte” lo spiegheranno martedì 10 giugno, alle 17, l’ingegner Angela Martina, presidente dell’Associazione nazionale costruttori edili (Ance) di Udine, l’architetto Marco Stefani e Stefano Sorace, docente di tecnica delle costruzioni dell’università friulana.

Delle “Case-alte nella pubblicistica” parleranno, martedì 17 giugno, alle 17, la storica dell’architettura Diana Barillari, l’architetto Massimo Bortolotti e l’ingegner Lorenzo Modena, assegnista di ricerca che ha condotto la ricerca sulle “case alte”.

L’ultimo incontro sarà dedicato al tema “Conservazione, valorizzazione, tutela”. Appuntamento martedì 24 giugno, alle 17, con gli architetti Paolo Bon, presidente dell’Ordine degli architetti pianificatori paesaggisti e conservatori di Udine, e Renato Bosa, presidente della sezione Friuli Venezia Giulia di Italia Nostra, e Vincenzo Giampaolo, funzionario della Soprintendenza archeologia, belle arti e paesaggio.

Il progetto è anche un’occasione per ripensare l’urbanistica udinese in chiave culturale e partecipata. I condomini, un tempo simbolo di modernità e servizi – impianti centralizzati, ascensori, materiali all’avanguardia – sono oggi sfaccettati monumenti della vita quotidiana. E proprio in questo paradosso risiede il loro fascino. Come scriveva Giorgio Bocca nel 1965, Udine era “la città dei condomini lucenti”: un riconoscimento, forse involontario, del ruolo che queste costruzioni hanno avuto – e continuano ad avere – nel plasmare il volto della città.