Aule e laboratori d’avanguardia nel Polo del futuro dell’Università di Udine

La progettazione del nuovo edificio dell’Area Medica di Udine.

Per la nota classifica britannica Times Higher Education (THE), l’Università di Udine è tra i trenta migliori giovani atenei al mondo. Tra le eccellenze le materie sanitarie. Ecco che allora la progettazione del nuovo edificio del Dipartimento di Area Medica che conterrà le aule e i laboratori, affidata a Progetto CMR diventa una sfida ancora più importante. L’edificio dovrà ospitare attività ad alto contenuto tecnologico, rispondere alle più attuali norme sismiche ed essere all’avanguardia in materia di risparmio energetico, impiantistica e sicurezza nei luoghi di lavoro. Nella classica EA Ranking 2021 della rivista specializzata Education Around l’Ateneo friulano si colloca all’11esimo posto nella classifica generale. In particolare, quattro gruppi di lauree sono al secondo posto assoluto a livello italiano: le triennali in Professioni sanitarie, le triennali in Lettere e Filosofia, le lauree magistrali in Lingue e la laurea magistrale a ciclo unico in Medicina e chirurgia.

L’obiettivo dell’intervento che sta seguendo Progetto CMR, arrivato alla fase di progettazione definitiva, è la realizzazione della nuova sede del Dipartimento di Area Medica da edificare sull’area dell’ex convento dei Frati Cappuccini di piazzale Kolbe a Udine. L’edificio si articola in due corpi distinti, uno dedicato alle aule e uno ai laboratori, e ospiterà anche gli uffici dei docenti che di affacceranno, seguendo la planimetria a corte dell’ultimo piano, su un giardino pensile. L’impianto planivolumetrico è caratterizzato da una marcata razionalità che identifica, secondo il principio “inside-out”, le due funzioni principali delle aule e dei laboratori. 

L’architettura ha un disegno essenziale che valorizza gli elementi costruttivi prefabbricati e il ritmo delle aperture; la pensilina di accesso e le scale di sicurezza esterne completano l’edificio da un punto di vista funzionale, e lo caratterizzano nella sua struttura compositiva, attraverso l’uso del colore. Dal punto di vista costruttivo l’edificio risponde alle più recenti normative in campo sismico, attraverso la previsione di messa in opera di dissipatori finalizzati a diminuire la trasmissione delle azioni sismiche lungo lo sviluppo verticale della struttura.

“È al contempo sfidante ed entusiasmante lavorare a questi nuovi spazi. Da un lato dobbiamo prevedere le massime performance tecnologiche dell’edificio e la versatilità degli spazi per le numerose attività formative e di ricerca che qui si svolgeranno, sia in presenza che da remoto – spiega Massimo Roj, amministratore delegato di Progetto CMR -. Dall’altro, lavoriamo al rapporto con la città di Udine che si sta trasformando e migliorando per accogliere al meglio le giovani intelligenze sostenendo uno sviluppo virtuoso di questo quartiere”.

“Questo importante progetto si aggiunge ai numerosi cantieri già in corso nelle diverse sedi universitarie e farà compiere passi significativi nello sviluppo edilizio e funzionale dell’ateneo – ha sottolineato il Rettore Roberto Pinton -. Il progetto rappresenta un investimento per il futuro non soltanto della nostra università ma anche della città di Udine e dell’intero Friuli”. L’intervento è destinato a rappresentare un punto di riferimento per la ricerca e lo sviluppo dell’area e di questa parte di città. Uno degli obiettivi del progetto è proprio quello di rendere virtuoso il complesso sistema di iterazioni tra i due corpi di fabbrica – aule e laboratori – della nuova architettura, con gli spazi esterni e con il contesto urbano, mantenendo un alto grado di flessibilità. Il progetto è coerente con i principi guida dei Criteri Ambientali Minimi (CAM) oltre che con i criteri di valutazione dei principali protocolli di certificazione ambientale, confermando di poter raggiungere un elevato livello di sostenibilità. In particolare, l’edificio verrà certificato LEED secondo il protocollo “Rating System Building Design and Construction for New Construction”, e l’assetto planimetrico delle sistemazioni esterne sarà configurato con l’obiettivo della più ampia salvaguardia delle essenze arboree esistenti.