Lo sciopero dei metalmeccanici e la manifestaizone a Udine.
È stata una mattinata di protesta quella di oggi a Udine , dove centinaia di metalmeccanici si sono dati appuntamento in piazzale Diacono per sfilare in corteo fino a piazza Venerio, nel cuore del capoluogo friulano. La mobilitazione si inserisce nello sciopero nazionale indetto da Fiom-Cgil, Fim-Cisl e Uilm, con l’obiettivo di sollecitare il rinnovo del contratto collettivo nazionale, scaduto ormai da un anno.
Il nodo del contratto
Il contratto nazionale, scaduto il 30 giugno 2024, coinvolge circa 60 mila lavoratori solo in Friuli Venezia Giulia. Nonostante le ripetute richieste delle sigle sindacali, le controparti datoriali non hanno ancora riaperto il tavolo negoziale, contribuendo a un clima di crescente tensione. Alla vertenza principale con Federmeccanica si aggiunge anche il blocco del tavolo Confapi, relativo alle piccole e medie imprese del comparto, che attendono il rinnovo da fine 2024.
I sindacati hanno spiegato che il contratto rappresenta una risposta fondamentale per contrastare la crisi industriale in atto, dare stabilità al settore e garantire un adeguato riconoscimento economico ai lavoratori, che da tempo denunciano una perdita del potere d’acquisto e condizioni lavorative sempre più difficili.
La manifestazione a Udine.
Dal palco di Udine, i rappresentanti sindacali hanno ribadito che le controparti, Federmeccanica-Assistal e Unionmeccanica, starebbero mantenendo un atteggiamento definito “irresponsabile”, poiché – secondo le sigle – non avrebbero ancora manifestato una reale volontà di riaprire le trattative.
Secondo quanto affermato dalla Fim-Cisl regionale, il rinnovo del contratto non è soltanto una questione economica, ma anche un passo necessario per migliorare la qualità del lavoro, ridurre la precarietà e rafforzare i diritti e la sicurezza nei luoghi di produzione.