Star del cinema, progetto esclusivo dell’Università di Udine

Università di Udine protagonista di un progetto su star e celebrità

Star e celebrità del cinema: l’Università di Udine studierà come si trasformano questi concetti in relazione alle rappresentazioni di genere e al processo di invecchiamento delle società europee.

La ricerca è resa possibile da un finanziamento quadriennale di 1,5 milioni di euro della Volkswagen Stiftung, e l’Università di Udine, unico ateneo italiano, collaborerà con la Goethe Universität di Francoforte sul Meno (Germania), l’Université Sorbonne Nouvelle di Parigi (Francia), il King’s College di Londra (Regno Unito) e la Sapientia Hungarian University of Transilvania di Cluj-Napoca (Romania).

Lo studio, dal titolo “AGE-C. Ageing and Gender in European Cinema” è uno dei sei selezionari dalla fondazione tedesca nel quadro dell’iniziativa Challenges for Europe: The Graying Continent e indagherà in che misura il cinema europeo tiene conto della trasformazione del proprio pubblico e propone dei modelli divistici alternativi a quello hollywoodiano, fondato prevalentemente sulla glorificazione di giovinezza e bellezza.

L’Università di Udine è impegnata nel progetto con una unità di ricerca del Dipartimento di Studi umanistici e del patrimonio culturale coordinata da Francesco Pitassio, docente di discipline cinematografiche. Nel suo lavoro il team collaborerà con il Comitato unico di garanzia (Cug) e il gruppo interdisciplinare sull’invecchiamento “Active Ageing” dell’Ateneo. Inoltre, coopererà con istituzioni culturali, scientifiche e produttive di livello nazionale.

“Il progetto – spiega Pitassio – si propone di indagare le strutture interpretative dell’anzianità e del genere nella cultura mediale europea, combinando analisi quantitative e qualitative, studi sulla produzione e metodi digitali. Coinvolgerà giovani studiosi affinché possano diventare interpreti delle implicazioni sociali e politiche di queste rappresentazioni e diffondere queste conoscenze attraverso l’insegnamento e l’attività accademica, ma anche tra i responsabili politici e nell’opinione pubblica”.