Udine al primo posto in Italia per il consumo di sigarette di contrabbando

Primato condizionato dalla vicinanza con l’est Europa.

In Italia circa 6 pacchetti di sigarette su 100 risultano non contribuire alle imposte dello Stato provocando un danno causato dal mancato pagamento delle dovute accise e imposte. Questo il principale dato che emerge dalla ricerca Empty pack survey (Eps), commissionata da Jti e condotta da Ipsos che mira a fornire un’indicazione sull’incidenza del mercato illecito in Italia.

La ricerca analizza i pacchetti di sigarette abbandonati per le strade italiane per verificare i prodotti non conformi e che dunque non contribuiscono al gettito erariale italiano. Nel terzo quadrimestre del 2019, tra tutti i pacchetti abbandonati e raccolti, il 6,2% è risultato essere “non domestico” confermando un trend in crescita rispetto ai tre mesi precedenti dello stesso anno (4,9%).

In questa categoria rientrano le sigarette contraffatte, di contrabbando (dirottate dalla rete legale di vendita da organizzazioni criminali) e di marche definite illicit whites, cioè sigarette prodotte legalmente nel Paese di produzione, dove il consumo è minimo se non inesistente, ed esportate per essere vendute in modo illecito in altri paesi tra cui l’Italia senza il pagamento delle dovute accise e imposte

Guardando lo spaccato locale del traffico illecito in Italia, la zona del nord-est si colloca ai primi posti, con il primato di Udine e Trieste. A Udine, 4 mozziconi su 10 sono risultati illeciti (38,3%), percentuale invariata rispetto al precedente quarter, mentre a Trieste 3 su 10 (31%), in aumento rispetto all’ultima rilevazione che aveva registrato un valore del 17%.

La maggior concentrazione di prodotti illeciti è influenzata dalla collocazione geografica dell’area, strategico confine e porta di accesso con i traffici provenienti dall’Est Europa.

Un fenomeno, quello del commercio illecito di sigarette, che secondo le stime ufficiali della Commissione europeaequivale a perdite erariali di circa 10 miliardi di euro. Anche i dati della guardia di finanza, pubblicati lo scorso giugno in occasione del 245esimo anniversario delle fiamme gialle, certificano un fenomeno illecito di grande impatto per la comunità e le entrate erariali: 335 tonnellate di tabacchi lavorati esteri sono state sequestrate dai reparti della Guardia di Finanza tra il gennaio del 2018 e il maggio del 2019.