La strada che salva i monumenti di Aquileia minaccia le campagne

Il Comitato Aquileia Beni comuni ricevuto in Consiglio regionale dal presidente Piero Mauro Zanin e dai capigruppo

Aquileia, in 500 dicono no alla nuova bretella.

Aquileia e 500 dei suoi abitanti chiedono ascolto: a loro, che si faccia la cosiddetta Bretella Est per Cervignano, proprio non va. A rappresentarli davanti al presidente del consiglio regionale, Piero Mauro Zanin, e ai capigruppo Mauro Bordin (Lega), Diego Moretti (Pd), Franco Mattiussi (FI), Massimo Moretuzzo (Patto per l’Autonomia), Furio Honsell (Open Sinistra Fvg) e al consigliere Cristian Sergo (M5S), si è posta una delegazione del Comitato Aquileia Beni comuni, coordinata da Lodovico Nevio Puntin, noto alla politica per essere stato per 20 anni sindaco della cittadina udinese a cominciare dal 1975 e consigliere provinciale per due lustri a partire dal 1990.

Da Puntin e dalla relazione disposta dal Comitato si è appreso che “della realizzazione di una viabilità esterna, per sgravare via Giulia Augusta e l’attraversamento dei siti archeologici, Foro romano in primis, si parla da decenni, ma non si è mai andati oltre ipotesi di tracciato. Invece nel 2011, con l’approvazione di una variante al Piano regolatore (Prgc) da parte del Consiglio comunale, si delinea un tracciato che
collegherebbe la strada regionale 352, a sud del paese,
alle provinciali 26 e 8, nei pressi dell’azienda agricola Tarlao, per poi proseguire verso Villa Vicentina e il Comune di Ruda”.

“Perdita irreversibile di terreno agricolo”.

“Oggi – hanno proseguito Puntin e gli altri rappresentanti del Comitato Aquileia Beni comuni – si sa di un nuovo progetto elaborato da FVG Strade che vorrebbe una bretella di collegamento tra Cervignano e la zona meridionale di Aquileia, necessitando dunque di una nuova variante al Prgc e la perdita irreversibile di centinaia di ettari di terreno agricolo, in netto contrasto con le direttive europee contro il consumo di suolo. Alcune delle nostre aziende si vedrebbero con i terreni tagliati in due; temiamo che si tratti di un’operazione che danneggerà alcune realtà economiche per aiutare logisticamente altre”.

Soprattutto, gli intervenuti hanno evidenziato che il progetto “non risolverebbe affatto i problemi di traffico della Sr 352; che, se all’inizio si parlava di una spesa intorno agli 8 milioni di euro, oggi si quantifica in 30, la cui copertura finanziaria sarebbe a carico della Regione, anche attraverso l’accensione di un muto che costituirebbe un indebitamento a carico della collettività; che, se già il semplice passaggio della ciclovia Alpe Adria sta portando un aumento di turisti, ancor di più potrebbe essere il riscontro di un’integrazione del territorio con i suoi prodotti agricoli locali, invece di “tagliarlo in due” con un’arteria stradale tanto inutile quanto dannosa”.