Una nuova idea di comunità per gli anziani nella casa di riposo di Rigolato

L’inaugurazione della casa di riposo di Rigolato.

Più che una casa di riposo, una vera e propria casa a Rigolato. Dove gli anziani potranno farsi da mangiare, dialogare con i vicini, sentire i profumi del panificio del paese dove sono nati e cresciuti.

È questo il significato profondo di Cjaso Rigulat, il progetto di “abitare possibile” inaugurato oggi a Rigolato dal sindaco Fabio D’Andrea, dal presidente del Consiglio regionale Piero Mauro Zanin e dal vicegovernatore con delega alla Salute, Riccardo Riccardi. Un concerto istituzionale al massimo livello per un’iniziativa che, già realizzata dall’associazione “Vicini di casa” in alcune località della pianura udinese, sbarca in Carnia con le caratteristiche di modello alternativo e vincente.

I 25 anziani che andranno a occupare le moderne stanze dell’ex scuola elementare, intitolata al vigile del fuoco volontario Oscar D’Andrea – come hanno ricordato il sindaco e il suo vice Daniele Candido – non verranno infatti “istituzionalizzati” lontano dal loro paese ma resteranno ancorati al territorio, vicini alle loro famiglie e ai loro compaesani che hanno partecipato attivamente alla realizzazione della struttura, grazie al lavoro di tanti volontari del terzo settore.

“Si tratta – ha detto Zanin prima del taglio del nastro – di un progetto voluto e sostenuto da tutta la comunità di Rigolato, davvero una buona notizia non solo per la Carnia ma per l’intero Friuli. Non si tratta – ha proseguito il presidente – di un investimento realizzato per far lavorare qualche ditta o per ottenere un po’ di consensi elettorali, come purtroppo in qualche caso è avvenuto in passato. Questa Casa è davvero un desiderio della gente, un’opera fortemente attesa e voluta“.

Zanin ha poi allargato il discorso alle prospettive future della Carnia: “Si scappava dalla montagna – ha detto ancora il presidente – per lavorare, perché le attività avevano tutte sede a Udine o in pianura e dunque era necessario spostarsi. Ma ora, dopo la pandemia, abbiamo capito le potenzialità del telelavoro, dello smart working, del cosiddetto “immateriale”. E oggi sappiamo che con i moderni collegamenti informatici da Rigolato si potrebbe lavorare anche per la Nasa, guardando ogni mattina delle finestre queste meravigliose montagne”.

Il modello Rigolato ha qualcosa da insegnare anche a proposito di globalizzazione, ha aggiunto Zanin. “Per troppi anni abbiamo guardato a un modello di economia globale, ma poi quando è arrivata la pandemia ci siamo trovati in difficoltà persino con le mascherine, perché avevamo delegato tutte quelle produzioni alla Cina. Bisogna invece tornare a coltivare l’autosufficienza, dicendo basta al modello del liberismo selvaggio. Dobbiamo tornare alla dottrina sociale della Chiesa e mettere l’uomo davanti al lavoro e il lavoro davanti al grande capitale. Il fallimento del comunismo e di questa forma estrema di capitalismo deve esserci d’insegnamento”.

Il vicegovernatore Riccardi ha riepilogato i molteplici passaggi politici, culturali e sociali che sono alla base di questo nuovo modello di assistenza. Che porta a un vero e proprio rovesciamento di prospettiva, riassunto nel concetto di “budget di salute”: “Si parte dalle esigenze delle persone e sulla base di queste si realizzano le strutture, non viceversa”. Un criterio che consegna alla Regione il compito di “dettare le regole e aiutare il terzo settore a liberare le proprie energie” nella consapevolezza che il pubblico non può e non deve sostituirsi al terzo settore, ma solo aiutarlo a svolgere al meglio i suoi compiti.

Alla festosa cerimonia, benedetta dal sole, hanno partecipato numerosi sindaci e amministratori. Tra loro anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Stefano Mazzolini, che nel suo intervento ha parlato dei numerosi progetti di sviluppo della montagna già realizzati o in agenda, a partire da quelli connessi allo sviluppo cicloturistico.

L’operazione Casa Rigolato è stata spiegata nei dettagli da don Franco Saccavini e da Vittorino Boem, presidente e direttore dell’associazione “Vicini di casa” che dagli anni Novanta è impegnata nell’accoglienza abitativa delle persone fragili. “I nostri anziani – ha detto ancora il sindaco D’Andrea – potranno vivere gli ultimi anni della loro vita sentendo ancora il profumo del pane del loro paese. Può sembrare una piccola cosa, ma per noi si tratta di un grande risultato“.