Due friulani inventano il sito per dare accoglienza ai profughi dell’Ucraina

Il sito Help Us nato a Tolmezzo.

L’inventiva viene stimolata sempre nei momenti di necessità. Un’idea – anche semplice – può rimanere inesplorata fino a che il mondo non ci impone di trovare una soluzione ad un problema, e allora ecco che emerge. È così che una sera, seguendo l’evoluzione delle conseguenze della guerra in Ucraina, Emanuele Facchin, 47enne di Tolmezzo e Claudio Zol, 49enne di San Vito al Tagliamento, entrambi avvezzi al mondo dell’online, hanno l’idea.

Nel vedere le difficoltà che si ponevano nell’organizzare l’accoglienza, in un momento in cui il numero di profughi in fuga dal conflitto in arrivo in Friuli era destinato a salire, si rendono conto che è necessario un modo più semplice di mettere in contatto i privati cittadini disposti ad offrire uno spazio con le istituzioni che si devono occupare di organizzare l’accoglienza. Nasce così nel giro di 24 ore il sito “Help Us” (https://www.help-us.it/): si tratta di una piattaforma che funziona in maniera simile ad una banca dati, nella quale le persone indicano la propria disponibilità ad offrire forme di alloggio temporaneo, indicando le dimensioni dell’alloggio ed il numero di persone che può ospitare. Coloro che hanno fornito la propria disponibilità potranno essere poi contattati dagli enti competenti nel momento in cui l’afflusso di persone che scappano dal conflitto dovesse aumentare, cosa che, secondo i creatori del sito, è destinata ad accadere.

“Le persone che per ora sono arrivate in Friuli non sono che una piccola parte del numero che possiamo aspettarci nel tempo”, afferma Emanuele Facchin. Zol e Facchin però non si fermano qui. Visto il grande successo del sito e il responso molto positivo da parte della popolazione (le cifre aggiornate al 17 marzo parlano già di quasi 700 adesioni), hanno intenzione di ampliare le possibilità legate al portale. Lo hanno già fatto inserendo una sezione nella quale si può fornire la propria disponibilità a essere contattati come interpreti, disposti a mediare linguisticamente tra le istituzioni e le persone di lingua Ucraina.

Inoltre, stanno lavorando su di un software che possa fungere da ponte di collegamento diretto tra le persone che abbiano intenzione di donare e la popolazione dei territori colpiti dalla guerra: si tratta di una sorta di “lista della spesa” compilata dalle persone direttamente interessate dal conflitto che i donatori possono consultare e dalla quale possono scegliere come contribuire. “Vogliamo dare la possibilità alle persone sul territorio ucraino di dichiarare le proprie necessità, alle quali i cittadini che lo vorranno potranno direttamente contribuire. Troppo spesso in queste situazioni non si sa bene cosa donare perché non si conoscono i bisogni specifici dei riceventi, rischiando di rendere vana ogni buona intenzione. Abbiamo preso già contatti con più di qualcuno sul suolo ucraino, alcuni hanno bisogno addirittura di caschi e giubbotti antiproiettile. Con una lista precisa ed aggiornata delle necessità non si rischia di fare donazioni di beni inutili”, spiega Claudio Zol. Nel giro di poco tempo, Zol e Facchin stanno trasformando quella che già era una buona idea in qualcosa di ancora più grande e funzionante. Tanto che il giorno 25 marzo dalle 19.30 hanno organizzato, presso il ristorante “La Locanda” di Aviano, un aperitivo con cena di beneficienza, una raccolta fondi che è anche un’ottima occasione per conoscere meglio il progetto che portano avanti.