Gli scarpets friulani all’Expo di Osaka, in Giappone.
Dalla Carnia al Giappone, passando per l’Expo 2025: l’antica arte friulana degli scarpets approda al Padiglione Italia di Osaka, dove il Museo Carnico delle Arti Popolari “Michele Gortani” di Tolmezzo è tra i protagonisti della settimana dedicata al Friuli Venezia Giulia, in corso fino al 3 maggio, durante la golden week giapponese.
I visitatori possono scoprire la storia e il valore simbolico di queste calzature tradizionali friulane, emblema di artigianalità, sostenibilità e creatività. Il Museo espone modelli storici di scarpets da uomo e bambino, esemplari contemporanei realizzati dalla designer giapponese Momoka Sato, vincitrice di ITS Contest, e nuove creazioni dell’artigiana friulana Elisa Mainardis, licenziataria del marchio registrato Scarpetti®.
Scarpets protagonisti: esposizione e laboratorio al Padiglione Italia
Nel cuore del Padiglione Italia, il Museo Carnico ha allestito una nicchia espositiva e un laboratorio dimostrativo, dove nella mattinata del 28 aprile Elisa Mainardis ha guidato il pubblico alla scoperta della tecnica manuale con cui si confezionano gli scarpets. Partecipanti di tutte le età – compresi bambini – hanno potuto cimentarsi nel cucito della soletta, in un’attività apprezzata anche grazie alla tradizione scolastica giapponese legata all’artigianato tessile.
La dimostrazione è stata accolta con entusiasmo da un pubblico curioso e partecipe, sottolineando il legame tra la cultura friulana e quella giapponese, entrambe radicate nella valorizzazione dell’arte manuale e dell’estetica funzionale.
Il valore culturale degli scarpets: tradizione, identità e sostenibilità
L’Expo rappresenta un’occasione preziosa per promuovere gli scarpets come simbolo di un saper fare autentico, tramandato nel tempo e capace di raccontare l’identità di un intero territorio. Gli scarpets, oggi protetti dal marchio Scarpetti®, sono al centro di un progetto culturale e museale che punta alla valorizzazione delle competenze artigianali come motore di rigenerazione territoriale.
Come ha dichiarato Aurelia Bubisutti, presidente del Museo: “Ci sentiamo affini al Giappone, dove esiste il concetto di monozukuri, cioè l’arte del fare, con un forte legame tra tradizione, manualità e bellezza. Una visione che condividiamo pienamente nel nostro lavoro quotidiano”. Per permettere la partecipazione del suo team all’Expo, il Museo Carnico resterà chiuso dal 28 al 30 aprile, per riaprire al pubblico il 1° maggio.