Opuscolo anti stupro a Cividale, la rabbia degli studenti: “Giù le mani dai nostri corpi”

L’opuscolo anti stupro di Cividale continua a far discutere

Il caso degli opuscoli anti stupro distribuiti dal Comune di Cividale alle scuole continua a far discutere. Il vademecum per evitare le aggressioni, definito da molti “da Medioevo” ha scatenato le ire degli studenti ed è balzato alla cronaca nazionale.

Consigli come “Evitare sorrisi” o “Non indossare abiti succinti” sono finiti al centro della bufera e i giovani, che hanno sollevato il caso, non intendono fermarsi qui: oggi si riuniranno infatti in un’assemblea pubblica studentesca organizzata dal Movimento Studentesco Per il Futuro fissata per le 16 alla Società Operaia di Mutuo Soccorso ed Istruzione di Cividale. “L’unico modo per eliminare la violenza è con l’educazione – spiega il Movimento -. In questi giorni stiamo facendo sentire la nostra voce, poiché rimasti indignat3 e allibit3 di fronte alla distribuzione nelle nostre scuole di opuscoli che avrebbero l’intento di spiegare come prevenire un aggressione. Questi però puntano a colpevolizzare la vittima della violenza, insegnando per l’ennesima volta a chi subisce come non farlo. Rivendichiamo invece l’educazione a tematiche quali il consenso, l’assertività, insegnando agli aggressor3 a non esserlo, soprattutto all’interno dei luoghi dell’istruzione. Come stundent3 ci riappropriamo dei nostri luoghi del sapere e condanniamo la violenza patriarcale nelle scuole”.

“Vogliamo un discorso sulla violenza mirata all’educazione degli aggressori e non alla colpevolizzazione della vittima. Siamo stuf3 di una comunicazione su questi temi del millennio scorso, pretendiamo innovazione e istruzione all’avanguardia, improntata nel futuro – continuano gli studenti -. Non possiamo accettare che le istituzioni ci presentino una visione dei fatti del tutto sbagliata e non educativa: vogliamo vivere in un luogo che ci faccia esprimere noi stessi e vivere nella tranquillità, non nella paura. Giù le mani dai nostri corpi, giù le mani dalle nostre libertà“.

Oltre ai numerosi interventi politici (tra l’altro, gli studenti non consentiranno loro di partecipare all’assemblea perché vogliono uno spazio riservato ai giovani), arriva anche il commento dell‘Arcigay Friuli: “Sembrano volantini stampati nel 1945 – dice l’associazione -. Il messaggio pare chiaro: la violenza dipende dalle azioni dalle donne. Ancora una volta non si parla del maggiore fattore di rischio per la violenza di genere: l’uomo non educato. Condanniamo ora e sempre la narrazione della donna (o della persona LGBTQIA+) che “se l’è cercata” e dell’uomo che, in qualsiasi modo, è stato provocato. Un uomo che rispetta lo fa sempre e in qualsiasi condizione. La prevenzione non si fa riservando dei parcheggi alle donne o con volantini che insegnano alle minoranze come comportarsi per diventare invisibili e non arrecare disturbo, si crea attraverso sistematici, specialistici e integrati percorsi educativi. Le istituzioni hanno il dovere di garantire a tutte le persone friulane le stesse libertà e parità di trattamento: per questo Arcigay Friuli ritiene inaccettabile che campagne così superficiali, stereotipate e pericolose siano state diffuse all’interno delle scuole, soprattutto utilizzando soldi pubblici“.