Da Gauguin a Hopper, a Villa Manin inaugurata la mostra Confini

Il vicegovernatore del Fvg Mario Anzil con l'assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari, il curatore della mostra Marco Goldin, la direttrice centrale Cultura Anna Del Bianco e la direttrice generale di Erpac Lydia Alessio Vernì

Si è aperta ufficialmente, nella cornice di Villa Manin, la grande mostra “Confini da Gauguin a Hopper. Canto con variazioni”, un percorso espositivo che raccoglie 130 opere tra dipinti e lavori su carta provenienti da musei europei e statunitensi e da collezioni private. L’esposizione, curata da Marco Goldin, invita a riflettere sul tema del confine come spazio fisico, interiore e simbolico nell’arte tra Ottocento e Novecento.

“L’inaugurazione di questa mostra è la fine di un percorso durato due anni e mezzo e i risultati già ci confortano, non solo per l’interesse della critica e della stampa, che hanno tributato recensioni positive, ma anche per i dati delle prevendite che registrano più di 10.000 biglietti già venduti per i prossimi giorni: un risultato di soddisfazione per quella che è sicuramente la mostra più importante e più complessa che sia mai stata realizzata dalla Regione autonoma Friuli Venezia Giulia”, commenta il vicegovernatore del Friuli Venezia Giulia  con delega alla Cultura Mario Anzil .

Anzil, che è intervenuto alla presenza anche dell’assessore regionale al Patrimonio Sebastiano Callari, ha ringraziato proprio la Direzione Patrimonio per aver permesso la realizzazione del restauro dell’esedra della villa con “un’efficienza con cui si è dato riscatto all’ente pubblico, che negli anni 90 lo aveva iniziato e poi l’aveva abbandonato, consegnando i lavori in tempi veramente strettissimi”.

“A mia memoria è un caso unico nella storia d’Italia di opera pubblica così imponente, anche per gli importi che sono stati investiti, realizzata in così poco tempo: oggi gli spazi rinnovati sono così all’avanguardia da non avere eguali in regione e forse neanche in Italia per ospitare questo genere di opere d’arte: la nostra intenzione – ha dichiarato Anzil – è quella di proseguire in futuro con altre produzioni culturali, continuando a volare alto”.

Anzil ha ribadito come “la Regione abbia deciso di investire prioritariamente nella cultura con la convinzione che sia uno straordinario strumento per contribuire a creare luoghi dove sia più bello vivere: lo possiamo fare perché esiste nella nostra regione una rete di operatori culturali di straordinario valore che permette di trasformare queste risorse in investimenti che hanno poi delle ricadute positive”.

Il vicegovernatore ha rivendicato come “ora si comincino a vedere anche i risultati di questa strategia che vuole far diventare il Friuli Venezia Giulia una regione bandiera della cultura: siamo quest’anno Capitale europea della cultura e nel 2027 Pordenone sarà Capitale italiana della cultura e questo binomio delle capitali è un risultato senza precedenti in Italia”.

Anzil ha reso noto nell’occasione che la Regione “è stata contattata dal Ministro della Cultura degli Emirati Arabi Uniti, incuriosito dalla diversità culturale di questa piccola regione e desideroso di capire quale sia il segreto di questo piccolo rompendo l’universo così vivace nel campo culturale“.

Villa Manin polo di eccellenza.

Per Villa Manin, appena riconosciuta dal Ministero della Cultura italiano come residenza ufficiale nel campo del teatro, della musica e della danza, la Regione ha come obiettivo di farla diventare polo di eccellenza di formazione culturale ma anche produzione oltre che naturalmente di esposizione.

Anzil ha ringraziato il curatore della mostra, Marco Goldin, “per il sogno che ha avuto, per la capacità di immaginare delle produzioni culturali di questo spessore, ma anche e soprattutto per la capacità di trasformare questi sogni in realtà” e ha ricordato anche l’apporto della Direzione Infrastrutture che ha permesso di fare partire da domani 12 corse del trasporto pubblico locale “che collegheranno Villa Manin, sette giorni su sette, permettendo ai visitatori che vengano anche da molto lontano di arrivare un po’ più agevolmente in questi luoghi”.

A margine dell’inaugurazione, coordinata dalla direttrice generale dell’Ente regionale per il Patrimonio culturale del Friuli Venezia Giulia-Erpac, e a cui sono intervenuti il sindaco di Codroipo Guido Nardini e il curatore Goldin, Sebastiano Callari ha commentato che “quando in un territorio come questo si accoppia la parola ‘confini’ con la bellezza, di fatto, i confini si superano: il confine è sempre stato visto come una parola divisiva, ma con questa mostra la regione, che in questo momento vive la Capitale europea della cultura, vuole dimostrare che questo concetto può essere l’espressione di una cultura e di un’identità che va oltre i confini geografici o naturali per divenire luogo di confronto. E’ un momento molto bello per tutta la Regione e non vediamo l’ora di vedere queste grandi opere testimonianza di una bellezza straordinaria”.