Era accusato di aver svuotato le casse del Comune: assolto dopo 8 anni

La sentenza del Tribunale di Udine.

Assolto perché il fatto non sussiste. Si è concluso così, avanti al Giudice monocratico del Tribunale di Udine, Emanuele Lazzaro, il procedimento penale a carico di Gianpaolo Peruzzi, 67enne di Tavagnacco, domiciliato a Moggio Udinese, dipendente del Comune di Dogna sino al 2014.

Lo stesso era imputato del reato di peculato per una serie di ammanchi perpetrati a danni del Comune in cui ricopriva il ruolo di responsabile dei servizi finanziari. Il Giudice, accogliendo, sia la richiesta della difesa sia della pubblica accusa rappresentata dal pm Luca Olivotto, ha assolto con la più ampia formula da ogni e qualsiasi imputazione l’unico imputato in quanto il fatto non sussiste, la sentenza adottata segue quella della terza sezione d’appello della Corte dei Conti che aveva già assolto, sia Peruzzi che l’ex segretario comunale di Dogna Graziano Brocca per non aver commesso il fatto.

La vicenda giudiziaria era iniziata nel 2013, quando l’allora Giunta Comunale dell’ex sindaco Gianfranco Sonego, segnalarono un disavanzo d’amministrazione. La Giunta indicò come disavanzo per una somma superiore ai 400 mila euro e che la procura della Corte dei Conti però, ancor prima del dibattimento del giudizio di primo grado, ridusse a poco più di 30 mila euro. Si chiude quindi ora questa vicenda che ha lasciato, indubbiamente, un segno nella vita del piccolo paese.

“Sono felice, non solo per l’esito processuale, ma perché si è giunti all’emissione di una sentenza ed era quello che desideravo in quanto si correva il fondato rischio di veder archiviato il tutto per prescrizione – ha commentato Gianpaolo Peruzzi – . Era ed è una questione personale, ci tenevo a sentir pronunciare la frase: assolto perché non hai fatto nulla. . Un immenso grazie va all’avvocato Daniele Liani del foro di Udine, un grande e serio professionista capace di ascoltare e aiutare chi, come me, si ritrova a dover lottare contro accuse grandissime e denigranti”.