Colf, badanti e baby sitter i dimenticati della crisi in Friuli

Rischio licenziamenti per colf, badanti e baby sitter.

Bisogna pensare anche ai lavoratori domestici che, in questa fase di emergenza, si sono ritrovati con il lavoro sospeso e senza alcuna entrata economica. Sono in seria difficoltà e il loro futuro è incerto. Lo afferma
la consigliera regionale del Pd, Mariagrazia Santoro, firmataria di un’interrogazione con la quale si chiede chiarezza sulle azioni che la Regione intende intraprendere per i lavoratori domestici con prestazione lavorativa sospesa.

Il sistema del welfare familiare – sostiene Santoro – non può essere lasciato morire. Ne va del lavoro di migliaia di persone e di famiglie che senza collaboratori si troverebbero in forte difficoltà nella fase 2″.

“La categoria di colf, badanti e baby sitter rischia seriamente di essere affossata e migliaia di persone corrono il pericolo di perdere dunque il proprio lavoro per le situazioni diffuse di difficoltà economiche delle famiglie a causa dell’emergenza sanitaria coronavirus”, sottolinea Santoro.

“Molte regioni,tra le quali la Sardegna e l’Emilia-Romagna – continua la consigliera – si sono attivate per dare risposta al problema del welfare familiare e della protezione delle colf, badanti e baby sitter che rischiano in molti casi il licenziamento a causa della mancanza di reddito delle famiglie datrici di lavoro costrette a casa in questo periodo di emergenza”.

“Come è stato fatto altrove, chiediamo – conclude la consigliera – che il Fvg istituisca, per le lavoratrici e i lavoratori domestici senza retribuzione, un contributo una tantum di 600 euro. Parallelamente a questo serio problema, molte famiglie con figli piccoli hanno bisogno di un servizio in vista della piena ripresa lavorativa. È necessario un intervento della Regione Fvg che sostenendo lavoratrici e lavoratori del welfare familiare risolverebbero due problematiche”.