A Udine l’inaugurazione ufficiale della nuova sede della Prefettura

Il taglio del nastro nel chiostro della nuova sede della Prefettura, in via Pracchiuso a Udine

L’inaugurazione della nuova sede della Prefettura di Udine.

La sede è già operativa ma il momento del taglio del nastro resta emozionante, e poi il chiostro interno è davvero uno spettacolo. L’inaugurazione ufficiale della nuova sede della Prefettura, in via Pracchiuso a Udine, ha radunato ieri un ampio ventaglio di autorità, con divise militari di ogni tipo e colore e una altrettanto ampia partecipazione di esponenti politici e delle istituzioni: la presidenza del Consiglio regionale, parlamentari, consiglieri regionali, sindaco e assessori del Comune di Udine.

Un momento importante per il Prefetto di Udine, Massimo Marchesiello, che è arrivato nel capoluogo friulano poco più di un anno fa e ha potuto chiudere la complessa partita del trasferimento della sede, con i vecchi spazi di via Prefettura che saranno riassegnati al Comune. È stato proprio l’alto rappresentante del Governo a riassumere il significato di un 2 Giugno speciale, in apertura del concerto dell’orchestra di fiati del conservatorio Tomadini al Teatro Giovanni da Udine.

Marchesiello ha sottolineato il gradito ritorno alla tradizione musicale dopo due anni di pandemia e ha auspicato una ventata di ottimismo e serenità per superare anche l’attuale crisi legata alla guerra, prima di leggere il discorso rivolto dal Capo dello Stato ai prefetti di tutt’Italia.

Nel portare il saluto dell’intera Assemblea legislativa, la Presidenza ha invece voluto sottolineare l’importanza dei giovani, a partire dai musicisti del “Tomadini” diretti dal maestro Marco Somadossi, ricordando che siamo nel 2022 anno della gioventù. I nostri ragazzi sono chiamati a interpretare i valori della nostra Costituzione per dare un segno di speranza, trasmesso anche dagli allievi delle scuole militari e dell’Accademia che hanno sfilato a Roma.

Nei loro occhi, ha detto ancora la massima carica del Consiglio regionale, si leggeva l’orgoglio di difendere i valori costituzionali. Proprio da queste energie si può e si deve recuperare speranza, oggi che pandemia e guerra ci hanno fatto riscoprire due parole sempre più importanti, pace e libertà. Due parole alla base della nostra Repubblica, entrambe agognate dal nostro animo in questi tempi difficili.

Da questa gioventù – ha concluso la Presidenza dell’Assemblea legislativa – si può dunque recuperare il senso profondo della democrazia, che non dev’essere stanca e recitativa ma davvero partecipativa ed emancipatrice, capace di far crescere il Paese sul piano etico ed economico, recuperando lo spirito dei primi anni del Dopoguerra e i valori di chi diede la vita per la nuova Italia della Costituzione.