Cecchini del weekend: da Trieste a Sarajevo, pagavano per sparare ai civili

Partivano dall’Italia, in particolare da Trieste, e pagavano somme “ingenti” ai militari serbi per partecipare all’assedio di Sarajevo e sparare “per divertimento” contro i cittadini della capitale bosniaca durante la guerra. Sono i cosiddetti “turisti della guerra” o “cecchini del weekend”, protagonisti di un’inchiesta aperta dalla Procura della Repubblica di Milano, come riportano oggi Il Giorno e La Repubblica.

Il fascicolo, del quale aveva già scritto Il Giornale a luglio, è stato aperto dal pm Alessandro Gobbis per l’ipotesi di omicidio volontario aggravato dalla crudeltà e dai motivi abbietti ed è attualmente a carico di ignoti.

L’inchiesta nasce dall’esposto presentato dal giornalista e scrittore Ezio Gavazzeni, con la collaborazione di due avvocati e dell’ex giudice Guido Salvini. Secondo le testimonianze raccolte, i “cecchini del weekend” provenienti da tutto il nord Italia si radunavano a Trieste e venivano poi portati sulle colline attorno a Sarajevo, dove potevano sparare sulla popolazione civile assediata dopo aver pagato le milizie serbo-bosniache guidate da Radovan Karadzic. Nel fascicolo è inclusa anche una relazione inviata alla Procura di Milano dall’ex sindaca di Sarajevo, Benjamina Karic, che descrive questi “ricchi stranieri amanti di imprese disumane”.