Sono stati convalidati gli arresti di Mailyn Castro Monsalvo e Lorena Venier, accusate dell’omicidio di Alessandro Venier, compagno della prima e figlio della seconda. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, le due donne – che avrebbero confessato – lo avrebbero narcotizzato, strangolato e fatto a pezzi, nascondendo poi i resti in un bidone coperto di calce. Alla base del gesto, sempre secondo l’accusa, ci sarebbero anni di violenze domestiche subite da Mailyn e il timore che l’uomo la portasse con sé in Colombia, isolandola da qualsiasi possibilità di aiuto.
Secondo l’accusa, la madre avrebbe organizzato nei minimi dettagli l’omicidio, istigata dalla compagna del figlio. Il cadavere, sezionato con un utensile per tagliare la legna, è stato nascosto in un bidone dell’autorimessa e cosparso di calce, acquistata online giorni prima.
Tutto era stato pianificato da settimane. Alessandro Venier stava per lasciare l’Italia per trasferirsi in Colombia con Mailyn e la loro bambina di sei mesi. La partenza era prevista per il 26 luglio.
“Dovevamo agire subito”
Per Mailyn, rimanere sola con lui all’estero significava, a suo dire, rischiare la vita. Le violenze domestiche erano frequenti e brutali, anche se mai rivolte alla neonata. Secondo il racconto di Lorena Venier agli inquirenti, la nuora avrebbe pronunciato le parole decisive: “Dobbiamo ucciderlo prima”.
La madre si sarebbe occupata dei preparativi, pianificando anche la difficile eliminazione del corpo. La scomparsa di Alessandro sarebbe stata giustificata con il viaggio in Sud America, già annunciato a parenti e amici.
La custodia cautelare
Il giudice per le indagini preliminari ha convalidato l’arresto di Lorena Venier, disponendo la custodia cautelare in carcere. Per Mailyn Castro Monsalvo, la difesa ha ottenuto la collocazione all’ICAM, la struttura a custodia attenuata per madri detenute presso il carcere femminile di Venezia, a causa delle condizioni psicofisiche della donna. La figlia della coppia, di appena sei mesi, resta affidata ai Servizi sociali.