Va in pensione, ma i calcoli sono sbagliati: costretta a rientrare al lavoro

La storia di un’impiegata della Procura di Pordenone.

Era andata in pensione il 31 marzo, ma invece è stata costretta a rientrare al lavoro. E’ questa la storia di Giannina Carboni, 70enne e impiegata amministrativa alla Procura di Pordenone. Originaria di Villasimius, in Sardegna, e da tempo in Friuli, è tornata dietro la sua scrivania.

Come riporta il Gazzettino, a fine marzo la donna ha salutato i colleghi pronta per godersi la meritata pensione. Ma qualcosa non torna e il primo accredito non arriva. La donna non si preoccupa, convinta che sia solo un ritardo burocratico. Con il passare dei giorni però decide di chiamare l’Inps e le viene spiegato che la pratica risulta ancora in elaborazione.

Poi a inizio maggio un’altra comunicazione: la domanda di pensione è stata rigettata e Giannina deve tornare a lavoro. Alla base ci sarebbe un errore tra i calcoli del ministero della Giustizia, che già nel 2016 aveva comunicato la data di pensionamento, e quelli dell’Inps. Un corto circuito forse anche dovuto al fatto che la donna ha lavorato per 30anni in una scuola di taglio e cucito della Sardegna, ma non le erano stati mai versati i contributi ed ha potuto recuperarne solo una parte.

Ora Giannina dovrà attendere fino al primo settembre per ritornare in pensione. Anche se dovrà riprogrammare le vacanze la donna non ne fa un grosso problema: chiede solo che le vengano accreditati gli stipendi arretrati.