Blocco al porto di Trieste, Stefano Puzzer: “Accuse false, la nostra protesta è stata pacifica”

Le parole di Stefano Puzzer dopo le indagini della polizia sulla protesta al porto di Trieste.

Stefano Puzzer, leader dei portuali di Trieste, ancora una volta al centro delle polemiche legate al presidio promosso dalla CPLT, che si è tenuto lo scorso ottobre dal 15 al 18, presso il Varco IV del porto di Trieste.

In questi giorni, infatti, sono 30 le persone indagate dalla Polizia di stato, per resistenza e oltraggio a pubblico ufficiale, blocco stradale, getto pericoloso di oggetti indirizzati alle forze dell’ordine. Tra gli indagati, spiccherebbe anche il nome del leader dei portuali, che però, a gran voce, tiene a precisare le sue ragioni.

“Mi stanno accusando di aver aizzato il corteo contro gli agenti di polizia. Nulla di più falso. Al di là del fatto che, il 18 ottobre, dopo che le forze dell’ordine hanno iniziato a sparare con gli idranti, io, assieme ad altri manifestanti, ci siamo spostati in Piazza Unità, a Trieste, proprio perché non ci sentivamo più al sicuro. Erano circa le 14 del pomeriggio, lo ricordo bene. Noi abbiamo seguito alla lettera la costituzione, non abbiamo fatto assolutamente nulla che potesse andare contro la legge“.

Con rabbia e amarezza, prosegue “Se proprio devo essere sincero, noi ci siamo solo difesi dagli attacchi delle forze dell’ordine. Aspetto di visionare questi fantomatici filmati che dicono di avere a carico nostro, perché io, lo ribadisco, non c’entro assolutamente nulla“. Per concludere, la cosa più importante che vorrei dire a gran voce è che “Io non sono in alcun modo pentito di nulla di quello che abbiamo fatto in quei giorni a Trieste, proprio perché la nostra manifestazione era autorizzata, e non aveva di certo lo scopo di creare diatribe, ma, unicamente, fare valere i diritti dei liberi cittadini “.