Il terremoto del Friuli, dal dramma alla rinascita: appuntamento a Venzone

L’evento sabato 14 dicembre.

Fa tappa a Venzone, città simbolo della ricostruzione post terremoto del 1976, la presentazione di due volumi, uno scientifico e l’altro divulgativo, che raccontano lo sviluppo che ebbero, a seguito di quel tragico evento, la sensibilità al rischio, la comunicazione e, in particolare, i cambiamenti nel rapporto tra scienza e società. I due volumi – The 1976 Friuli earthquake: lessons learned, a cura di Dario Slejko, Ina Cecić e Marcello Riuscetti (Forum, Udine 2019), e Il terremoto del 1976 in Friuli fra storia, memoria e ricerca scientifica, a cura di Paolo Giurco e Dario Slejko (Bollettino di Geofisica Teorica ed Applicata, OGS, Trieste 2019) – saranno presentati nel corso del convegno “Il terremoto del Friuli. Dal dramma alla rinascita”. L’appuntamento è fissato per sabato 14 dicembre alle 11 nel Salone consiliare del palazzo comunale di Venzone in piazza Municipio 1, alla presenza dei sindaci dell’Associazione Comuni terremotati e sindaci della ricostruzione.

Porteranno i saluti Amedeo Pascolo, sindaco di Venzone, Alberto F. De Toni, presidente della Fondazione della Conferenza dei rettori delle università italiane (Crui) e Paola Del Negro, direttrice generale dell’Istituto nazionale di oceanografia e geofisica sperimentale (Ogs) di Trieste. Interverranno quindi: Marcello Riuscetti, già professore di sismologia applicata dell’università di Udine, Dario Slejko, dirigente di ricerca all’OGS di Trieste, Stefano Grimaz, docente di sismologia applicata all’ingegneria e titolare della Cattedra Unesco, Mauro Pascolini, docente di geografia e delegato del rettore per il progetto “Cantiere Friuli”, e Francesco Barazzutti, presidente onorario dell’Associazione Comuni terremotati. È prevista la presenza del vice presidente della Regione, Riccardo Riccardi.

I due volumi nascono nel solco di un pluridecennale lavoro di ricerca dell’Università di Udine sul tema del rischio sismico. Un ambito che, negli anni, si è allargato alla sicurezza in senso ampio, rispetto a diversi rischi naturali, dai terremoti alle alluvioni, dagli uragani agli incendi.

“Il nostro Ateneo, nato esso stesso a seguito del sisma del 1976 – ricorda il rettore Roberto Pinton -, è in grado oggi di trasferire, ai più alti livelli, conoscenze e competenze nel settore della prevenzione dai rischi naturali. Tanto che, recentemente, ha visto il riconoscimento di una Cattedra Unesco come centro di eccellenza mondiale nel settore della sicurezza intersettoriale per la riduzione dei rischi da disastro e la resilienza e, lo scorso, ottobre, l’Unesco ha adottato una metodologia messa a punto dal team di ricercatori della Cattedra come linea guida per amministratori e decisori dei diversi Paesi, così da fornire uno strumento utile per definire strategie di miglioramento della sicurezza degli edifici scolastici in chiave multi rischio”.

I volumi che saranno presentati e distribuiti sabato a Venzone raccolgono, rispettivamente, i contributi scientifici emersi dalla 35esima Assemblea Generale della Commissione Sismologica Europea e pubblicati inizialmente sul Bollettino di Geofisica teorica e applicata dell’OGS del dicembre 2018, e una selezione degli stessi lavori, scelti tra quelli con valenza maggiormente divulgativa, adattati per lettori non necessariamente esperti in materia e impreziosito da un forte impianto iconografico, grazie a molte immagini gentilmente concesse dal Museo ‘Tiere Motus’ di Venzone.

“Il volume in inglese – spiega Riuscetti – presenta i risultati delle principali ricerche sismologiche in Friuli, ad uso primario dei ricercatori italiani, e non solo, che continuano a manifestare interesse per un evento che ha presentato alcune singolarità di grande rilievo per chi volesse affrontare il problema della difesa dai terremoti in modo efficace. Il volumetto in italiano vorrebbe convincere soprattutto i decisori pubblici della necessità, anche morale, di mettere tutti gli abitanti della regione nelle medesime condizioni di sicurezza di quelli che vivono nei comuni del terremoto del 1976. In Friuli Venezia Giulia ci sono tutte le conoscenze per affrontare il problema in modo efficace e con costi compatibili con le risorse proprie”.

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